Gai-Jin (22 page)

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Authors: James Clavell

Tags: #Fiction, #Action & Adventure

BOOK: Gai-Jin
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Aspetta! Che cos'ha detto Anjo che mi ha fatto ricordare qualcosa?

Tornò sui propri passi e chiamò eccitato una guardia, “Porta qui quella spia, il pescatore, come si chiama?

Ah si, Misamoto. Portalo subito e in segreto nelle mie stanze, è agli arresti nel corpo di guardia orientale.”

Capitolo 8


 

Martedì, 16 settembre

 

All'alba il cannone della nave ammiraglia ruggì i suoi undici colpi di saluto alla lancia di sir William che procedeva verso il barcarizzo.

Dalla riva giunse un debole buon viaggio da tutti gli uomini sobri che erano riusciti a riunirsi sul molo per salutare la flotta in partenza per Edo. Il vento stava rafforzandosi, il mare era calmo, il cielo coperto.

Sir William, accompagnato da Phillip Tyrer, ricevette il saluto formale con la sirena; gli altri assistenti erano già a bordo delle altre navi.

I due inglesi indossavano la finanziera e il cilindro.

Tyrer aveva il braccio ferito legato al collo.

Videro l'ammiraglio Ketterer che li aspettava sul ponte principale, accanto a John Marlowe, tutti e due in alta uniforme, i cappelli inclinati con le mostrine dorate, le giacche blu a coda di rondine con le camicie bianche, panciotto, calzoni corti e calzettoni, scarpe con la fibbia e spade scintillanti. Immediatamente Phillip Tyrer pensò: dannazione, come è sempre elegante e virile John Marlowe in uniforme. Proprio come Pallidar.

E accidenti a me che non ho nessuna uniforme e nemmeno un vestito elegante per competere con loro, e per di più sono povero in canna e non sono neanche vice segretario. Dannazione! Niente più di un'uniforme rende un uomo affascinante agli occhi di una ragazza.

Rischiò di inciampare nei piedi di sir William che si era fermato sull'ultimo gradino mentre l'ammiraglio e Marlowe lo salutavano cortesemente.

Tyrer venne ignorato. Accidenti, pensò, concentrati, hai dei doveri e sei davanti a dei grand'uomini. Sta' attento, non dare nell'occhio, zia Wiflie Winkie da quando ieri hai fatto rapporto è come un gatto con una vespa al culo.

“'Giorno, sir William, benvenuto a bordo.”

“Grazie. Buongiorno a voi, ammiraglio Ketterer.” Sir William si tolse il cappello imitato da Tyrer, mentre il vento agitava le code delle giacche. “Ammainate pure le vele, se volete. Gli altri ministri sono a bordo dell'ammiraglia francese.”

“Bene.” L'ammiraglio fece un cenno a Marlowe che rispose con un saluto immediato e si diresse sulla plancia verso il capitano, a pochi passi dall'albero maestro. “Vi porto i saluti dell'ammiraglio, signore. Potete partire per Edo.”

I comandi arrivarono rapidi a destinazione, i marinai lanciarono tre grida e in pochi attimi le ancore vennero issate e sistemate mentre nell'affollata sala caldaie tre ponti più sotto squadre di fuochisti nudi fino alla cintola gettavano carbone nelle fornaci al ritmo di un canto, ansimando e tossendo in un'aria densa di polvere.

In sala macchine, dall'altra parte del ponte delle paratie stagne, il capo ingegnere ordinò l'avanti mezza e gli enormi motori si misero in funzione.

L'Euryalus di Sua Maestà britannica, costruita a Chatham otto anni prima, era una fregata a tre alberi con una ciminiera, eliche di legno e un tonnellaggio a pieno carico di 3200.

Aveva trentacinque bocche da fuoco, un equipaggio che al completo raggiungeva trecentocinquanta membri tra ufficiali e marinai, oltre ai fuochisti e al personale della sala macchine.

Tutte le vele erano issate e i ponti erano stati preparati per un'eventuale azione.

“Una bella giornata, ammiraglio” disse sir William sul casseretto.

Phillip Tyrer e Marlowe accanto a lui indugiavano, dopo essersi salutati.

“Per il momento” replicò stizzito l'ammiraglio, a disagio come ogni volta che si trovava in compagnia di civili, specie se si trattava di uomini che gli erano superiori per grado, come nel caso di sir William.

“Comunque il mio alloggio è a vostra disposizione, se lo desiderate.”

“Vi ringrazio.”

I gabbiani volavano sulla scia della nave emettendo arida acute. Sir William li osservò per un momento nel tentativo di scacciare il senso di depressione che lo opprimeva.

“Vi ringrazio ma preferisco restare sul ponte. Non conoscete il signor Tyrer, vero? E il nostro apprendista interprete.” L'ammiraglio degnò per la prima volta Tyrer di un'occhiata.

“Benvenuto a bordo. Qualcuno che parla il giapponese qui troverà molto da fare. Come va la vostra ferita?”

“Non troppo male signore, grazie” rispose Tyrer cercando di tornare subito nell'ombra.

“Bene. Brutto affare.” Gli occhi azzurro chiaro dell'ammiraglio solcarono il mare per poi soffermarsi sulla nave; aveva un volto florido, temprato dalle intemperie, con mascelle pesanti e un rotolo di carne superflua sulla nuca che sporgeva dal colletto inamidato dell'uniforme.

Osservò con aria critica il fumo che usciva dalla ciminiera valutandone l'odore e il colore e poi borbottò qualche parola incomprensibile estraendo dall'impeccabile panciotto alcune particelle di carbone.

“C'è qualcosa che non va?”

“No, sir William. Solo che il carbone che troviamo qui non può competere con la qualità di Shanghai o con un buon carbone del Galles o dello Yorkshire. Troppe scorie. E abbastanza economico, quando c'è, ma non abbonda mai. Dovreste insistere per ottenere un rifornimento più cospicuo, è il nostro problema principale, quello principale.”

Sir William annuì stancamente.

“La richiesta è già stata inoltrata, ma non sembrano esserci altre scorte disponibili.”

“Robaccia, da qualsiasi parte venga. Oggi non possiamo andare a vela perchè abbiamo il vento contrario.

I motori sono l'ideale in casi come questo o per le manovre costiere o d'attracco. Con la miglior nave da guerra o anche con una lancia a vela impiegheremmo cinque volte più tempo per arrivare a Edo, senza spazio di manovra di sicurezza. Purtroppo.”

Sir William, a corto di senso dell'umorismo dopo un'altra notte insonne, reagì alla scortesia dell'ammiraglio.

“Veramente?” chiese con un filo di voce.

“Non importa, presto la Marina avrà una flotta di puzzolenti pentoloni a carbone e neppure una vela, e il problema sarà risolto.”

Tyrer vide l'ammiraglio arrossire e nascose un sorriso.

Sir William aveva toccato un punto dolente, un argomento assai dibattuto sulle prime pagine dei giornali londinesi che non esitavano a definire la futura flotta “pentoloni di varia misura comandati da cuochi di varia misura e abbigliamento adeguato”.

“Ciò non accadrà nell'immediato futuro e soprattutto non funzionerà mai per le lunghe crociere né per i blocchi o le battaglie navali” esclamò l'ammiraglio quasi sputando le parole. “Non c'è modo di portare tutto il carbone di cui abbiamo bisogno da un porto all'altro su navi da guerra. Dobbiamo andare a vela per risparmiare carburante. Per i civili non è facile comprendere le questioni navali.”

Ciò gli ricordò l'attacco dell'attuale governo liberale sulle più recenti stime della marina e la sua pressione subì un violento balzo in avanti. “Nel frattempo, per assicurarci le rotte e conservare i possedimenti dell'Impero, la marina, quale colonna portante della Politica governativa, deve disporre del doppio delle navi, siano di legno o di ferro, a vapore o a vela, insomma deve disporre di un numero di navi pari a quello delle due maggiori potenze navali mondiali messe insieme.

E deve disporre dei motori più potenti e dei cannoni e delle armi più moderni.”

“L'idea è interessante ma superata, poco pratica e, se consentite, troppo costosa perchè il ministro delle finanze e il governo possano digerirla.”

“Che Dio ci scampi.”

La piega di carne sul collo dell'ammiraglio divenne paonazza.

“L'avaro signor Gladstone farebbe meglio a imparare subito quali sono le priorità. L'ho già detto: prima i liberali se ne vanno e il potere torna ai conservatori e tanto meglio sarà!

Grazie a Dio e non ai liberali la Marina Reale dispone ancora di navi e armi sufficienti per affondare le flotte francesi, russe o americane nelle loro stesse acque, se necessario. Ma che accadrebbe se queste tre potenze si alleassero contro di noi nel prossimo conflitto?”

Irritato l'ammiraglio si girò per gridare a Marlowe: “Signor Marlowe! Segnalate alla Pearl! Non è dove dovrebbe essere, per Dio!”.

“Sissignore!” Marlowe scattò immediatamente.

Sir William guardò a poppa, ma non notando niente di strano nella rotta delle navi che li seguivano tornò a concentrarsi sull'ammiraglio.

“Il ministro degli esteri Russell è troppo intelligente per farsi coinvolgere.

La Prussia farà guerra alla Francia, la Russia resterà a guardare e gli americani sono troppo occupati con la loro guerra civile, Cuba, le Filippine e le isole hawaiane. A proposito, ho proposto di annetterci un paio di quelle isole prima che lo facciano gli americani perchè sarebbero porti perfetti per il carbone.”

Marlowe si stava dirigendo cupo verso il segnalatore, gli occhi fissi sulla Pearl, la sua nave, una fregata tre alberi a motore classe Jason, monociminiera, con ventun cannoni e un tonnellaggio di 2100, temporaneamente agli ordini del suo braccio destro, il luogotenente Lloyd.

Avrebbe molto desiderato essere al suo posto, anziché a bordo dell'Euryalus nel ruolo di lacchè dell'ammiraglio. Trasmise l'ordine al segnalatore e restò a guardarlo mentre muoveva le bandierine. Lesse la risposta prima che il giovanotto avesse il tempo di tradurgliela. “Dice che gli dispiace, signore.”

“Da quanto tempo fai il segnalatore?”

“Sei mesi, signore.”

“Faresti meglio a ripassare i codici, e in fretta. Il messaggio diceva: “Il capitano Lloyd della nave di Sua Maestà Pearl presenta le sue scuse”.

Fai un altro errore come questo e ti troverai nei guai.”

“Si signore, mi dispiace, signore” rispose mortificato il giovanotto.

Marlowe tornò dall'ammiraglio. Con grande sollievo vide che il temuto scontro tra l'ammiraglio e sir William sembrava esser rientrato; i due erano intenti a discutere piani alternativi di azione a Edo e a valutare le implicazioni dell'attacco della Tokaidò.

Aspettando una pausa nella conversazione gettò un'occhiata cauta a Tyrer che gli sorrise di rimando.

Sperava di essere congedato al più presto per poter rivolgere alcune domande all'interprete su Kanagawa e Angélique.

Era stato costretto a partire tre giorni prima, quand'era arrivato sir William, e da allora non aveva più avuto informazioni di prima mano su quanto era accaduto.

“Si, signor Marlowe?” L'ammiraglio ascoltò il messaggio e immediatamente ribatté in tono stridulo: “Mandate un altro segnale: rapporto sull'ammiraglia al tramonto”. Vide Marlowe rabbrividire. “Presenzierete anche voi, signor Marlowe. Presentare delle scuse non basta a giustificare un simile disgustoso esempio di cattiva disciplina. Che ne pensate?”

“Sì, signore.”

“Riflettete su chi dovrà prendere il comando della vostra nave al posto di Lloyd, voi escluso naturalmente!” L'ammiraglio Ketterer si rivolse a sir William. “Come avete detto? Voi non pensate ...” Un colpo di vento fece gemere le attrezzature. I due ufficiali guardarono verso il cielo annusando il vento. Ancora nessun segno di pericolo.

Tuttavia entrambi sapevano che il tempo in quel mese era imprevedibile e che nelle acque giapponesi le tempeste potevano alzarsi improvvise. “Come dicevate?

Non pensate che le autorità, questa cosiddetta Bakufu, faranno quello che chiediamo?”

“No, non senza qualche pressione da parte nostra. A mezzanotte ho ricevuto altre scuse e la richiesta di un mese di tempo per consultarsi “più in alto” e altre sciocchezze del genere. Mio Dio, sono davvero abili quando si tratta di cavilli. Ho rispedito il dannato messaggero con una pulce nell'orecchio e un messaggio piuttosto esplicito in cui chiedevo di darci soddisfazione o di prepararsi a pagarne le conseguenze.”

“Ben fatto.”

“Quando getteremo l'ancora davanti a Edo non potremmo sparare il massimo numero di salve per creare un arrivo d'effetto?”

“Spareremo ventun colpi, il saluto reale. Suppongo che questa missione possa essere considerata una visita formale al loro sovrano.”

Senza voltarsi l'ammiraglio disse con la voce stridula: “Signor Marlowe, trasmettete l'ordine a tutta la flotta e chiedete all'ammiraglio francese se seguirà il nostro esempio”.

“Sissignore.” Come sempre Marlowe salutò prima di correre via.

“Il piano per Edo è ancora quello che abbiamo discusso?”

Sir William annuì.

“Si. Io e i miei scenderemo e ci dirigeremo verso la Legazione, un centinaio di soldati come guardia d'onore dovrebbero bastare. Cento Highlander con le cornamuse fanno un grande effetto.

Per il resto il piano è inalterato.”

“Bene.” L'ammiraglio fissò davanti a sé, a disagio. “Vedremo Edo appena doppiato quel promontorio.” Il suo volto s'indurì.

“Minacciare la guerra e tirare qualche cannonata a vuoto è una cosa, ma bombardare e bruciare la città senza una dichiarazione di guerra è tutt'altra faccenda e io non sono d'accordo.”

Sir William rispose misurando le parole: “Spero di non dover chiedere a Lord Palmerton di dichiarare la guerra o di prendere formalmente atto che essa ci è stata imposta. Un rapporto completo per Lord Palmerton è in viaggio.

Poiché mancano quattro mesi al giorno in cui conosceremo la sua risposta, dobbiamo fare tutto quanto è in nostro potere di fare.

Questi assassinii devono finire, la Bakufu deve piegarsi, in un modo o nell'altro. Adesso è il momento giusto”.

“Le istruzioni dell'ammiragliato invitano alla prudenza.”

“Con lo stesso dispaccio ho inviato un messaggio urgente al governatore di Hong Kong per comunicargli il mio piano e chiedergli quali rinforzi in navi e uomini sono disponibili in porto qualora fosse necessario ricorrervi, e per trasmettergli le ultime notizie sulle condizioni del signor Struan.”

“Davvero? Quando l'avete inviato, sir William?”

“Ieri. La Struan poteva far partire un bastimento e il signor McFay ha ritenuto che la situazione meritasse un'azione immediata.” In tono caustico Ketterer commentò: “L'intero incidente sembra essere una cause celebre della Struan; quel poveraccio ucciso non viene mai citato, non si parla di altro che di Struan, Struan, Struan”.

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