Authors: Dante
Ciascun che de la bella insegna porta
→
del gran barone il cui nome e ’l cui pregio
129
la festa di Tommaso riconforta,
da esso ebbe milizia e privilegio;
avvegna che con popol si rauni
132
oggi colui che la fascia col fregio.
Già eran Gualterotti e Importuni;
→
e ancor saria Borgo più quïeto,
135
se di novi vicin fosser digiuni.
La casa di che nacque il vostro fleto,
→
→
per lo giusto disdegno che v’ha morti
138
e puose fine al vostro viver lieto,
era onorata, essa e suoi consorti:
→
o Buondelmonte, quanto mal fuggisti
141
le nozze süe per li altrui conforti!
Molti sarebber lieti, che son tristi,
se Dio t’avesse conceduto ad Ema
144
la prima volta ch’a città venisti.
Ma conveniesi, a quella pietra scema
→
che guarda ’l ponte, che Fiorenza fesse
147
vittima ne la sua pace postrema.
Con queste genti, e con altre con esse,
→
vid’ io Fiorenza in sì fatto riposo,
150
che non avea cagione onde piangesse.
Con queste genti vid’ io glorïoso
e giusto il popol suo, tanto che ’l giglio
→
non era ad asta mai posto a ritroso,
→
Qual venne a Climenè, per accertarsi
→
→
di ciò ch’avëa incontro a sé udito,
3
quei ch’ancor fa li padri ai figli scarsi;
Per che mia donna “Manda fuor la vampa
→
del tuo disio,” mi disse, “sì ch’ella esca
9
segnata bene de la interna stampa:
non perché nostra conoscenza cresca
per tuo parlare, ma perché t’ausi
12
a dir la sete, sì che l’uom ti mesca.”
così vedi le cose contingenti
anzi che sieno in sé, mirando il punto
18
a cui tutti li tempi son presenti;
mentre ch’io era a Virgilio congiunto
→
→
su per lo monte che l’anime cura
21
e discendendo nel mondo defunto,
dette mi fuor di mia vita futura
parole gravi, avvegna ch’io mi senta
per che la voglia mia saria contenta
d’intender qual fortuna mi s’appressa:
Così diss’ io a quella luce stessa
che pria m’avea parlato; e come volle
30
Beatrice, fu la mia voglia confessa.
Né per ambage, in che la gente folle
→
→
già s’inviscava pria che fosse anciso
→
33
l’Agnel di Dio che le peccata tolle,
ma per chiare parole e con preciso
→
latin rispuose quello amor paterno,
36
chiuso e parvente del suo proprio riso:
“La contingenza, che fuor del quaderno
→
→
de la vostra matera non si stende,
39
tutta è dipinta nel cospetto etterno;
necessità però quindi non prende
se non come dal viso in che si specchia
42
nave che per torrente giù discende.
Da indi, sì come viene ad orecchia
→
→
dolce armonia da organo, mi viene
45
a vista il tempo che ti s’apparecchia.
Qual si partio Ipolito d’Atene
→
→
per la spietata e perfida noverca,
48
tal di Fiorenza partir ti convene.
Questo si vuole e questo già si cerca,
→
e tosto verrà fatto a chi ciò pensa
La colpa seguirà la parte offensa
→
in grido, come suol; ma la vendetta
54
fia testimonio al ver che la dispensa.
Tu lascerai ogne cosa diletta
→
più caramente; e questo è quello strale
57
che l’arco de lo essilio pria saetta.
Tu proverai sì come sa di sale
→
→
lo pane altrui, e come è duro calle
60
lo scendere e ’l salir per l’altrui scale.
E quel che più ti graverà le spalle,
→
sarà la compagnia malvagia e scempia
63
con la qual tu cadrai in questa valle;
che tutta ingrata, tutta matta ed empia
si farà contr’ a te; ma, poco appresso,
→
66
ella, non tu, n’avrà rossa la tempia.
Di sua bestialitate il suo processo
→
farà la prova; sì ch’a te fia bello
69
averti fatta parte per te stesso.
Lo primo tuo refugio e ’l primo ostello
→
sarà la cortesia del gran Lombardo
ch’in te avrà si benigno riguardo,
→
che del fare e del chieder, tra voi due,
75
fia primo quel che tra li altri è più tardo.
Con lui vedrai colui che ’mpresso fue,
→
nascendo, sì da questa stella forte,
Non se ne son le genti ancora accorte
→
per la novella età, ché pur nove anni
81
son queste rote intorno di lui torte;
ma pria che ’l Guasco l’alto Arrigo inganni,
→
parran faville de la sua virtute
84
in non curar d’argento né d’affanni.
Le sue magnificenze conosciute
→
saranno ancora, sì che ’ suoi nemici
87
non ne potran tener le lingue mute.
A lui t’aspetta e a’ suoi benefici;
per lui fia trasmutata molta gente,
→
90
cambiando condizion ricchi e mendici;
e portera’ne scritto ne la mente
→
di lui, e nol dirai”; e disse cose
93
incredibili a quei che fier presente.
Poi giunse: “Figlio, queste son le chiose
→
di quel che ti fu detto; ecco le ’nsidie
96
che dietro a pochi giri son nascose.
Non vo’ però ch’a’ tuoi vicini invidie,
→
poscia che s’infutura la tua vita
99
via più là che ’l punir di lor perfidie.”
Poi che, tacendo, si mostrò spedita
→
l’anima santa di metter la trama
102
in quella tela ch’io le porsi ordita,
io cominciai, come colui che brama,
→
dubitando, consiglio da persona
105
che vede e vuol dirittamente e ama:
“Ben veggio, padre mio, sì come sprona
→
lo tempo verso me, per colpo darmi
per che di provedenza è buon ch’io m’armi,
→
sì che, se loco m’è tolto più caro,
Giù per lo mondo sanza fine amaro,
→
e per lo monte del cui bel cacume
114
li occhi de la mia donna mi levaro,
e poscia per lo ciel, di lume in lume,
ho io appreso quel che s’io ridico,
117
a molti fia sapor di forte agrume;