Gai-Jin (47 page)

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Authors: James Clavell

Tags: #Fiction, #Action & Adventure

BOOK: Gai-Jin
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Quello era proprio un bel posto, i dintorni di Austin, ma quelli di Richmond sono ancora più belli. Emilie...

Hai bisogno di qualcosa?”

“No, no grazie, Dmitri, passerà. Vai avanti, se non ti dispiace... Il tuo racconto mi aiuta molto.”

“D'accordo, come vuoi tu. Dunque la mia Emilie, Emilie Clemm si chiamava, era una lontana cugina della moglie di Poe, Virginia Clemm, e quando lo scoprii mi procurai tutti i suoi libri.” Dmitri rise.

“Poe era un grande scrittore ma anche un ubriacone e un donnaiolo. Sembra che tutti gli scrittori siano barboni, alcolisti e fornicatori, prendi Melville per esempio, forse è per questo che diventano scrittori mentre io invece non riesco a finire una lettera senza sudare sette camicie. E tu?”

“Oh, scrivere lettere non rappresenta un problema per me, devo farlo, e tengo un diario come la maggior parte della gente. Che cosa stavi dicendo su questo Poe?”

“Stavo per raccontarti che aveva sposato Virginia Clemm quando lei i aveva tredici anni, erano cugini per di più, figurati, e che hanno vissuto sempre felici e contenti, ma forse non del tutto felici e contenti se quello che dicono i giornali e le voci è vero. Lui doveva essere un bel figlio di puttana ma a lei la cosa non sembrava dare fastidio. La mia Emilie non aveva tredici anni bensì diciotto ed era una vera bellezza del Sud.

Ci sposammo quando mi congedai dall'Esercito ed entrai alla Cooper-Tillman a Richmond. Volevano espandere i loro commerci agli armamenti e alle munizioni per l'Asia, di cui io ero un esperto. Sapevo tante cose sull'Asia, su come si spara a un indiano e su come si alleva un cavallo. Il vecchio Jeff Cooper pensava che fucili e altre merci esportate da Norfolk, in Virginia, potessero essere scambiate con l'oppio da rivendere lungo la costa cinese e con argento e tè da riportare a Norfolk, ma tu conosci Jeff. Cooper-Tillman e gli Struan sono vecchi amici, giusto?”

“ Si, e spero che rimanga così. Va' avanti.”

“Non c'è molto altro da dire. Nel corso degli anni altri membri della famiglia si trasferirono nel Sud stabilendosi in diversi stati. Mia madre veniva dall'Alabama, ho due fratelli e una sorella tutti più giovani di me.

Adesso Billy è con il Nord, 1° Cavalleggeri del New Jersey, e il piccolo Janny, ha preso il nome dal nonno, Janov Syborodin, anche Janny è con i cavalleggeri ma con il 3° Reggimento della Virginia, Battaglione d'assalto. E' una stupidaggine, quei due non sanno niente della guerra e si faranno solo ammazzare, ne sono certo.

“Tu non... non pensi di tornare?”

“Non lo so, Malc. Durante il pomeriggio e la sera penso di si, al mattino quando mi sveglio decido di no, che non ho alcuna intenzione di uccidere i miei fratelli e che non mi importa da che parte stiano.”

“Perché sei partito per venire in quest'angolo di mondo dimenticato da Dio?”

“Emilie morì. Prese la scarlattina durante un'epidemia e non riuscì a superarla. Questo accadeva nove anni fa, aspettava un figlio.”

“Che sfortuna!”

“Sì. Tu e io abbiamo avuto la nostra parte...” Struan era talmente concentrato nella lettura del libro di Dmitri che non sentì la porta che si apriva né Angélique che in punta di piedi si affacciava per un istante. Subito dopo la porta comunicante venne chiusa.

Malcolm alzò gli occhi e ascoltò i rumori che giungevano dalla camera attigua. Angélique gli aveva detto che sarebbe passata a trovarlo e che se non fosse stato addormentato l'avrebbe salutato, o che se fosse stata troppo stanca sarebbe andata subito a letto, buona buona.

“Non preoccuparti, cara” l'aveva rassicurata lui, “ci vedremo a colazione. Dormi bene e pensa che ti amo. “

“Anch'io ti amo, chèri. Sogni d'oro.”

Il libro adesso giaceva nel grembo di Malcolm. Con uno sforzo riuscì a mettersi a sedere sul letto e appoggiò i piedi sul pavimento. Quella posizione era appena sopportabile ma di alzarsi non se ne parlava. Alzarsi in piedi era ancora al di là delle sue possibilità. Il cuore gli batteva forte e con un senso di nausea tornò a sdraiarsi. Tuttavia gli sembrava di notare ogni giorno un piccolo progresso: Devo applicarmi di più, indipendentemente da quello che dice Babcott, si ripeté cupo massaggiandosi il ventre.

Domani farò un altro tentativo, anzi domani ne farò tre. Forse non servono a niente. Ma voglio stare con lei e Dio dovrà aiutarmi quando succederà.

Quando si sentì meglio riprese a leggere felice di avere quel libro appassionante; tuttavia adesso la storia non lo assorbiva come prima, e la sua attenzione vagava permettendo alla mente di mescolare immagini prese dal libro alla realtà; immaginò che qualcuno stava per assassinare Angélique, e cadaveri, e si vide correre a proteggerla, e altre immagini ancora, sempre più erotiche.

Infine ripose il libro utilizzando come segnalibro una pagina che Angélique aveva strappato al suo diario. Mi chiedo che cosa scriva, so che è molto diligente. Scrive di noi due? Noi due?

Ora era molto stanco. Allungò una mano per spegnere la lampada ma la trattenne sul comodino. Il piccolo bicchiere che conteneva una notte di sonno felice lo tentava. La mano tremò.

Babcott ha ragione, non ne ho bisogno.

Spense la luce con fermezza, si sdraiò e chiuse gli occhi pregando per Angélique e per tutti gli Struan, per ottenere la benedizione di Tess e infine pregò per se stesso. Oh Dio, aiutami a guarire... ho paura, molta paura.

Ma il sonno non voleva saperne di arrivare. Rigirarsi nel letto per trovare una posizione confortevole significava soltanto acuire il dolore e il dolore gli faceva pensare 92a Tokaidò e a Canterbury.

Nel dormiveglia la sua mente era affollata di immagini macabre prese in prestito dal libro.

Come sarebbe andata a finire la storia? Immagini d'ogni tipo, alcune belle, altre brutte, alcune vivide, mentre anche il più piccolo movimento portava con sé ondate di terribile sofferenza.

Il tempo passò, un'ora o qualche minuto, e infine bevve l'elisir e si rilassò contento, sapendo che ben presto avrebbe cominciato a volteggiare su una sottile ragnatela mentre Angélique lo accarezzava, o lui accarezzava lei, sul seno e ovunque, e ne veniva ricambiato, si, morbide appassionate carezze date non soltanto con le mani.

Capitolo 15


 

Venerdì, 3 ottobre

 

Appena dopo l'alba Angélique si alzò e prese posto davanti alla toeletta, accanto alla finestra che si affacciava su High Street e sul porto. Era molto stanca.

Nel cassetto c'era il suo diario con la copertina di pelle rosso chiaro e un lucchetto.

Prese la chiave del cassetto dal nascondiglio e lo aprì, aprì il diario e dopo aver immerso la penna nell'inchiostro cominciò a scrivere.

In quei giorni il diario le sembrava il suo unico amico, l'unico di cui potesse davvero fidarsi:

 

Venerdì 3:

un'altra brutta notte. Mi sento orribile. Sono passati quattro giorni da quando André mi ha dati le tremende notizie sul conto di papà. Da allora non sono più riuscita a scrivere né a fare niente, ho chiuso la porta e me ne sono rimasta a letto fingendo d'avere la febbre e alzandomi solo un paio di volte al giorno per andare a trovare il mio Malcolm e per placare la sua ansia, ma tenendo chiusa la porta per tutti eccetto la mia cameriera, che odio. Ho visto una volta Jamie e una volta André.

Povero Malcolm, il primo giorno era fuori di sé quando non sono comparsa e mi sono rifiutata di aprire la porta e ha minacciato di farsi portare su una barella nel mio boudoir per vedermi, anche se avessero dovuto abbattere i muri per farlo passare. Sono riuscita a prevenirlo costringendomi ad andare da lui per dirgli che stavo bene e avevo soltanto un forte mai di testa e che... no... non avevo bisogno di Babcott, e non si doveva preoccupare delle mie lacrime. In privato gli ho fatto capire che si trattava di “quei giorni” e che a volte ne soffrivo perchè erano irregolari. Il fatto di accennare alle mestruazioni lo imbarazzava da morire! Da morire!

Come se non ne avesse mai sentito parlare. Certe volte non lo capisco affatto anche se è così gentile e attento, l'uomo più gentile e attento che io abbia mai conosciuto. Un'altra preoccupazione: in verità il poverino non è molto migliorato e soffre tanto che certi giorni mi vien voglia di piangere.

Madre Benedetta, dammi la forza! E poi c'è l'altra preoccupazione.

Cerco di non pensarci ma sono in preda al panico. Il giorno si avvicina. Mi libererò di quel terrore ma non dalla povertà.

 

Riprese a scrivere:

 

E' così difficile avere un pò di intimità nel palazzo degli Struan benché sia molto confortevole, mentre l'Insediamento è orrendo.

Non c'è un parrucchiere né una sarta per signora (anche se ho un sarto cinese molto abile nel copiare), nessuna modista, non ho ancora provato il calzolaio, non c'è nessun posto dove andare e niente da fare.

Oh, quanto mi manca Parigi! Ma come farò a vivere in Francia? Se ci sposassimo, Malcolm sarebbe disposto a trasferirsi? Lo escludo. E se non ci sposassimo... come farò a pagarmi il biglietto di ritorno a casa? Come?

Me lo sono domandato migliaia di volte ma non ho mai trovato una risposta.

 

Il suo sguardo lasciò il foglio bianco per spaziare oltre la finestra, sulle navi all'attracco nella baia.

Vorrei essere a bordo di una di quelle navi, in procinto di tornare a casa, vorrei non essere mai venuta qui.

Odio questo posto... E se... se Malcolm non mi sposa dovrò ripiegare su qualcun altro... e non ho dote, niente. Oh Dio, non era questo quello in cui speravo. Se riuscissi a tornate a casa il problema dell'indigenza non sarebbe risolto, i miei poveri zii sono rovinati.

Colette non ha niente da prestarmi, non conosco nessuno da sposare che sia ricco o famoso o che sia abbastanza importante per fare di me la sua favorita.

Potrei prendere la strada del palcoscenico ma è necessario avere un produttore che corrompa i direttori dei teatri e paghi le commedie e tutti i vestiti e i gioielli e le carrozze, per non parlare dell'affitto di un palazzo sontuoso per le soirée, e ovviamente dovrei andare a letto con il produttore a suo piacere fino a quando non diventassi ricca e famosa e per quello ci vuole tempo, e non ho conoscenze né amici che ne abbiano.

Oh, cielo, sono così confusa.

Penso che piangerò ancora...

Nascose il volto tra le braccia e pianse, attenta a non fare rumore per non essere sentita dalla cameriera che altrimenti avrebbe sollevato un putiferio, come il primo giorno.

Angélique indossava una camicia da notte di seta color crema e una vestaglia verde pallido, aveva i capelli arruffati e formava uno strano contrasto con quella stanza mascolina con l'enorme letto a quattro colonne, la camera da letto più grande del palazzo.

Su un lato dell'anticamera che collegava l'appartamento di Angélique a quello di Malcolm si apriva una sala da pranzo che poteva ospitare fino a venti persone sedute, con cucina annessa.

Ma le porte erano state chiuse a chiave.

La toeletta era l'unica nota frivola nell'arredo e Angélique l'aveva fatta ricoprire di satin rosa.

Quando smise di piangere si asciugò gli occhi e in silenzio studiò il riflesso nello specchio d'argento.

Nessuna ruga, nessun'ombra, era solo un pò più magra di prima ma non si notava alcun sostanziale cambiamento.

Sospirò prima di riprendere a scrivere:

 

Piangere non serve. Oggi devo parlare con Malcolm. Devo e basta.

André mi ha detto che il postale è già in ritardo di un giorno e che il resoconto della mia catastrofe sarà a bordo. Perché una nave è femminile e il postale è maschile? Sono terrorizzata all'idea che vi sia a bordo anche la madre di Malcolm. Le notizie del ferimento devono essere arrivate a Hong Kong il 24, il che le avrebbe dato tutto il tempo necessario per organizzare la partenza. Jamie dubita che possa aver lasciato Hong Kong con un preavviso tanto breve perchè ha altri tre figli a cui badare, ed essendo morto il marito da sole tre settimane la poveretta è ancora in pieno lutto.

Quando Jamie è venuto a trovarmi, era la prima volta che gli parlavo in privato, mi ha raccontato un sacco di storie sugli altri Struan. Emma ha sedici anni, Rose tredici e Duncan dieci, e tante storie tristi sulla loro famiglia: l'anno scorso i due gemelli Robb e Dunross di sette anni sono annegati in un incidente di barca, al largo di un posto che si chiama Shek-O, a Hong Kong, dove gli Struan hanno delle terre e una casa per le vacanze estive. E anni fa, quando Malcolm aveva sette anni, un'altra sorella di quattro, Mary, è morta per la febbre di Happy Valley. Poverina, ho pianto tutta la notte pensando a lei e ai due gemelli. Così piccoli!

Jamie mi piace ma è così noioso, così rozzo, cioè goffo, ecco, non è mai stato a Parigi e conosce soltanto la Scozia e la famiglia Struan e Hong Kong. Mi domando se non potrei insistere nel caso che... [Cancellò le ultime parole e riscrisse:] Mi chiedo se quando saremo sposati [la penna esitò] potrò insistere per trascorrere qualche settimana a Parigi con Malcolm ogni anno e per farvi crescere i bambini in un collegio cattolico.

André e io abbiamo parlato, proprio ieri del fatto che sono cattolica, è molto gentile e mi distrae coi suoi discorsi e con la musica dai miei problemi, e del fatto che la signora Struan è una calvinista e abbiamo parlato di quello che dovrò dire quando arriverà il momento.

Parlavamo a voce molto bassa, oh, sono così fortunata ad averlo come amico e a essere stata avvertita delle disgrazie di mio padre, quando all'improvviso ha portato un dito alle labbra, è andato di corsa verso la porta e l'ha spalancata di colpo. Quella vecchia megera di Ah-Tok, la amah di Malcolm, era li con l'orecchio incollato e quasi è caduta nella stanza. André
parla un pò di cantonese e l'ha mandata via.

Quando più tardi ho visto Malcolm non la finiva più di scusarsi. Non è importante, ho detto io, la porta non era chiusa e la mia cameriera si trovava nega stanza come è corretto che sia, nel ruolo di chaperon, ma se Ah-Tok vuole spiarmi dille per favore di bussare ed entrare. Ammetto di essere stata distante e fredda con Malcolm mentre lui faceva l'impossibile per essere gentile e calmarmi ma mi sento così, anche se devo confessare che André mi ha consigliato di comportarmi in questo modo soltanto fino a quando il fidanzamento non sarà pubblico.

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