André dice giustamente che non mi conviene partire di qui né muovermi finché LEI non si dichiarerà. Sono la vedova di Malcolm, o dicono tutti, il signor Skye ha depositato presso sir William un numero incredibile di documenti e altri ne ha spediti a Hong Kong e a Londra. Ho denaro sufficiente e posso fermarmi quanto voglio. Albert MacStruan mi consente di usare l'ufficio di Jamie quando è libero e ho ancora dieci assegni che Malcolm ha timbrato per me lasciando la cifra in bianco, un gesto molto premuroso, che Jamie, e adesso Albert, hanno accettato di onorare per la somma massima di cento ghinee ciascuno.
Quando LEI si sarà dichiarata, le darò battaglia fino all'ultimo sangue e ti assicuro, cara Colette, che non sarà il mio. Sarà la sua Waterloo, non la mia, la Francia sarà vendicata.
Mi sento molto forte, molto in forma...
Angélique guardava il suo ospite aspettando che parlasse per primo.
André aveva il volto duro, pallido e segnato e le sembrava dimagrito. Si era già scolato d'un fiato due bicchieri e ora stava bevendo il terzo.
“Siete più bella che mai” cominciò.
“Grazie. Come sta la vostra Hinodeh?”
“E' più bella che mai.”
“Se l'amate tanto, André, perchè quando la nomino stringete le labbra e sprizzate rabbia dagli occhi? Siete stato voi a darmi il permesso di chiedervi di lei.” Qualche giorno prima, mosso da una disperazione insostenibile, lui le aveva raccontato del patto tra loro. In parte, non tutto.
“Se vi è così chiaro che detestate fare l'amore al buio e che il prezzo richiesto da Raiko è troppo alto perchè avete accettato?”
“Io... era necessario” disse André senza guardarla. Non poteva spiegarle la vera ragione dopo aver visto l'espressione di disgusto di Seratard, che da quando era stato informato evitava ogni contatto con lui e stava attento a non usare le sue posate o il suo bicchiere malgrado il contagio avvenisse soltanto per via sessuale, per quanto ne sapesse lui.
“L'ho amata al primo sguardo, mon Dieu, voi non sapete che cos'è l'amore, come...” Gli mancarono le parole. Si versò un altro calice svuotando quasi tutta la bottiglia. “Non potete immaginare quanto lei fosse desiderabile quella prima volta.” Trangugiò il vino. “Mi dispiace, ho bisogno di soldi.”
“Capisco, ma non me ne rimangono molti.”
“Avete un assegno con il suo sigillo.”
“Oh?” Il sorriso di André era ancora più sinistro. “Fortunatamente i cambiavalute comunicano tra loro, come gli impiegati. Compilatene un altro domani.
Per favore. Cinquecento dollari messicani.”
“E troppo.”
“E meno della metà del dovuto, chérie” ribatté lui con un filo di voce. Si alzò e chiuse le tende sull'ultima luce del tramonto, poi alzò la lampada a olio posata sul tavolo e prese la bottiglia. Versate nel bicchiere le ultime gocce la ripose con violenza nel secchiello del ghiaccio. “Credete che mi diverta a farvi questo? Credete che non sappia che è un ricatto?
Non preoccupatevi, sono ragionevole, voglio soltanto quello che in questo momento potete permettervi.
Cento dollari messicani o l'equivalente in ghinee questa sera, duecento domani e cento dopodomani.”
“Non è possibile.”
“Tutto è possibile.” Da una tasca estrasse una busta e l'aprì. Conteneva un foglio bianco ricoperto da decine di frammenti di carta verde incollati con la meticolosità di un gioco di pazienza. Lo distese sul tavolo in un punto in cui lei non poteva prenderlo. Angélique riconobbe la seconda pagina della lettera di suo padre che molto tempo prima André aveva stracciato davanti ai suoi occhi “La riconoscete?” chiese lui con voce misurata.
“No.”
“Il vostro amato padre, la sua firma e la data sono ben riconoscibili, scriveva:”
... come abbiamo deciso insieme, spero che, con ogni mezzo possibile, presto riuscirai a combinare un fidanzamento e un matrimonio. E importante per il nostro futuro. Struan risolverà per sempre i problemi della Richaud Frères.
Non importa se...”
“Non importa, André” lo interruppe Angélique. Parlava piano ma senza nascondere l'acredine. “Ricordo bene quelle parole. Me la vendete o la conservate come arma di ricatto?”
“Diciamo piuttosto come assicurazione” rispose André piegando la lettera con cura e rimettendosela in tasca. “La terrò in un posto sicuro insieme alle altre informazioni sull'Affaire Angélique nell'eventualità che mi succeda qualcosa di brutto.” Lei scoppiò in una risata che lo disorientò. “Oh, André, pensate che vi voglia uccidere? Io?”
“Farebbe naufragare ogni possibile soluzione economica che Tess Struan volesse o fosse costretta a offrire e vi manderebbe in tribunale.”
“Come siete sciocco.” Angélique prese il calice e sorseggiò lo champagne.
André vide con stupore che la sua mano era fermissima e che lo guardava con occhi tranquilli. E' uno stupido, stava pensando lei, stupido a raccontarmi tutto quello che ha fatto, tutti i suoi imbrogli, ma è stupido soprattutto a lamentarsi che Hinodeh preferisca il buio, chissà, magari non vuole vederlo nudo perchè non le piace il suo corpo, e ancora più stupido a brontolare per quello che ha dovuto pagare per averla, perchè tutto ciò non avrebbe importanza se lei fosse davvero come lui dice.
“Mi piacerebbe conoscere Hinodeh. Per favore, organizzatemi un incontro.”
“Eh?” Divertita dal suo stupore Angélique disse: “Che cosa c'è di strano?
Mi interessa, dopotutto sono io che la finanzio, che finanzio l'amore della vostra vita. Sì.” André si alzò e si avvicinò barcollando al buffet per servirsi un brandy. “Ne volete un pò?”
“No, grazie” rispose lei senza muovere la testa.
Lui tornò a sedersi sulla poltrona davanti alla sua. La fiamma della lampada, mossa da un refolo d'aria, ondeggiò facendole brillare gli occhi.
“Cento dollari messicani, per favore.”
“Quando smetterò di pagare, André?” chiese lei con dolcezza.
Il brandy era più gradito al palato dello champagne. André affrontò l'argomento: “Quando io avrò finito di pagare per lei... prima della vostra partenza”.
“Prima della mia partenza? Intendete dire che non potrò partire fino a quel momento?”
“Quando io avrò finito di pagare per lei e prima della vostra partenza.” Turbata, Angélique andò alla scrivania e aprì un cassetto laterale. Il borsellino conteneva l'equivalente in oban d'oro di circa duecento dollari messicani. “E se dovesse finire il denaro?”
“Ne arriverà dell'altro da Tess, non c'è altra via. Tess pagherà, in un modo o nell'altro noi la convinceremo.”
“Noi?”
“Ho promesso” disse André. I suoi occhi erano venati di sangue.
“Il vostro futuro è anche il mio. Almeno su questo ci troviamo d'accordo.” Angélique contò la metà delle monete. Poi, senza sapere perchè, le rimise dentro e gli allungò il borsellino. “Contiene circa duecento messicani d'oro” disse con uno strano sorriso. “E' un acconto.”
“Vorrei capirvi come un tempo.”
“Allora ero una sciocca ragazzina. Adesso non più.” André annuì lentamente, prese la busta con la lettera e la avvicinò alla lampada. Quando vide che un angolo cominciava a prendere fuoco Angélique si lasciò sfuggire un sospiro. Lui posò la busta su un posacenere ed entrambi la osservarono contorcersi tra le fiamme e morire. Poi André schiacciò la cenere con il fondo del bicchiere.
“Perché?” chiese lei.
“Perché capite la storia di Hinodeh. E perchè, ci piaccia o no, siamo soci. Se Tess non vi paga io sono un uomo morto.” Tese una mano.
“Pace?” Lei pose una mano nella sua e sorrise. “Pace. Grazie.” André si alzò. “E' meglio che vada a controllare la Prancing Cloud.
Tutto sarà più veloce se Tess è a bordo.” Non appena se ne fu andato Angélique smosse la cenere: non rimaneva traccia di alcuna parola. André potrebbe aver preparato una copia falsa, averla stracciata e poi incollata, per poterla bruciare qui mentre tiene l'originale al sicuro e servirsene in futuro.
Lui adora questo genere di stratagemmi.
Perché ha bruciato la copia?
Per convincermi a fidarmi ancora di lui e a perdonargli il ricatto.
Pace? Si ottiene la pace con un ricattatore solamente quando la rivelazione dei propri segreti non costituisce più una minaccia fatale. Nel mio caso questo accadrà quando LEI avrà pagato e il denaro sarà al sicuro in una banca. E quando André avrà quello che desidera, Hinodeh, immagino. E lei che cosa vuole? Lo sfugge nascondendosi al buio. Perché?
Per la sua carnagione? Per stuzzicarlo? Per vendetta? Perché non è giapponese?
Adesso so che l'amore fisico comprende tutte le sfumature che vanno dal terrore all'estasi e all'illusione.
La prima volta mi sono unita a Malcolm in piena luce, la seconda al buio ed entrambe sono state sublimi.
Con l'altro, con l'uomo della mia vita precedente, è accaduto sempre con la luce, lui era bello e pericoloso, aveva una carnagione meravigliosa e tra noi era bello e pericoloso e terrificante, del tutto diverso da come era stato con Malcolm che amavo davvero.
E che rispettavo, rispetto ancora e sempre rispetterò.
Sentì da lontano il fischio della lancia.
Scostò le tende e vide la barca che si allontanava velocemente dalla loro banchina, i masconi di dritta e di babordo illuminati e nella cabina di prua la sagoma di Albert MacStruan.
Appena visibile in rada, la Prancing Cloud già ammainava le vele e si preparava all'attracco.
L'immaginazione portò Angélique a bordo della nave: vide la sua nemica, labbra sottili, occhi chiari, portamento eretto, segaligna e mal vestita, poi si ritrovò al largo, sul luogo della sepoltura di Malcolm e pur con il cuore che batteva all'impazzata sorrise compiaciuta per la sua vittoria.
Tornò a rannicchiarsi sulla poltrona, la poltrona di Malcolm, la loro poltrona, un'ennesima vittoria, e riuscendo a malapena a controllare l'agitazione scrutò nell'oscurità dove ormai si distinguevano soltanto le luci delle navi agli ormeggi.
Edward dev'essere a bordo.
Capitolo 53
†
La porta dell'ufficio di Jamie si spalancò lasciando entrare Vargas, affannato.
“La lancia ha lasciato la Cloud, senhor” esclamò.
Era ancora vestito con cappello, soprabito pesante e sciarpa e in mano teneva un cannocchiale.
“A bordo ci sono quattro o cinque passeggeri.”
“C'è anche lei?” chiese Jamie senza alzare lo sguardo dalla cassa che stava riempiendo di documenti.
Poiché l'altro non rispondeva alzò la voce: “Dannazione, c'è anche lei o no?”.
“Io... credo di sì.”
“Ti ho chiesto di tornare soltanto quando ne fossi stato sicuro, non prima!”
“Io... mi dispiace, senhor, ero in fondo al molo con il cannocchiale e ho pensato che fosse meglio venire per chiedervi... che cosa dovevo fare.”
“Torna sul molo per darle il benvenuto, ma prima assicurati che tutti i domestici siano pronti e che il camino nell'appartamento del tai-pan sia acceso perchè vorrà sicuramente installarsi lì; MacStruan dovrà trasferirsi.”
“Ma così sarà accanto alle stanze della signora Angélique...”
“Lo so benissimo, per l'amor del cielo, ma è l'appartamento del tai-pan, e l'avrà!” Vargas scappò via.
Incapace di trattenersi, Jamie si precipitò alla finestra. Le luci fioche della lancia si avvicinavano alla banchina ondeggiando per la maretta. Mise a fuoco il binocolo.
Nella cabina si intravedevano sagome confuse, ma sicuramente una di esse era quella di una donna. Il cappellino, la figura alta ed eretta, la sicurezza con cui si adeguava al movimento danzante della barca erano segni inconfondibili.
“Merda!” sospirò sporgendosi dalla finestra per vedere meglio. Oltre al capitano Strongbow, riconoscibile per la mole e l'altezza, c'erano MacStruan e un altro, no, altri due uomini. Di più non riusciva a distinguere.
La lancia si avvicinava a tutta velocità, si distingueva la prua danneggiata dalla tempesta e non ancora ben riparata. Alcuni curiosi imbacuccati e con il capo nascosto da sciarpe e cappucci per difendersi dal temuto mare invernale aspettavano sotto le tremule lanterne della banchina.
Era difficile distinguere i volti, tuttavia a Jamie parve di riconoscere André e... ah, si, Vervene, Paradiso e, si, Nettlesmith.
Gli avvoltoi si sono precipitati, pensò, e le persone più importanti stanno guardando, come me, dalle rispettive finestre.
Il buio lo opprimeva. Il bel fuoco nel camino di quella stanza sembrava aver perso la capacità di produrre calore. Aveva la gola stretta e gli doleva il petto. Controllati, pensò. Tess non è un problema che ti riguarda.
Il primo a salire sulla banchina fu il capitano Strongbow con il suo pesante soprabito da mare, riconoscibile nonostante la penombra. Fu seguito, ah, sì, da MacStruan. I due si voltarono per aiutare la donna.
Abiti scuri, schiena diritta, cappellino scuro legato con la sciarpa pesante e la sua statura. Merda!
Gli altri due passeggeri saltarono sulla banchina. Jamie li riconobbe.
Ebbe un attimo d'esitazione, poi uscì in corridoio e si fermò davanti all'ufficio del tai-pan. Nella stanza accogliente e illuminata dalle lampade e dalle fiamme crepitanti del camino Angélique stava scrutando attraverso una fessura della tenda. “Ah, Jamie, non riesco a vedere bene. Lei c'è?”
“Temo di sì” rispose lui notando che non cambiava espressione.
“Tenete.” Le offrì il binocolo. “Ho pensato che potesse esservi utile.”
“Non ho bisogno di guardare, Jamie, e non ho nulla da temere. Chi altro c'è?” chiese con voce insolitamente piatta. “Chi c'è con lei?”
“Strongbow, Hoag e Gornt.” Angélique si girò di scatto verso la finestra per nascondere il volto, ma Jamie l'aveva sorpresa illuminarsi di gioia. Non importa, pensò fremente per l'attesa. Quella donna ed Edward insieme? Loro due insieme a Hoag! Significa che Edward ce l'ha fatta, che è riuscito a convincerla?
“Io salgo a vestirmi per la cena. Se qualcuno mi vorrà vedere scenderò di nuovo. Grazie, caro Jamie.” Lo abbracciò d'impulso e uscì.
McFay rimase a riflettere. Perché è tanto felice? L'arrivo di Tess e Hoag non preannuncia forse dei guai?
Perplesso, tornò nel suo ufficio lasciando la porta socchiusa e riprese a raccogliere distrattamente carte e libri.
Lavorando pensava ad altro: a Tess, al futuro, allo shoya, all'incontro con Nemi che lo attendeva quella notte, ai vent'anni passati alla Nobil Casa, diciamolo pure, tu non hai nessuna voglia di andartene via, e sai benissimo che è un pessimo momento per mettersi in proprio, e all'incerto futuro di Angélique, all'incontro del giorno dopo con il ministro svizzero per trattare l'eventuale acquisto di armi dalle loro fabbriche, alle novità promesse dall'incredibile incontro con Yoshi, a Babcott e Tyrer ormai arrivati a Edo, al denaro anticipato dalla Bakufu che era già stato contato, l'ammontare era giusto... e a Nakama, povero ragazzo.