Gai-Jin (180 page)

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Authors: James Clavell

Tags: #Fiction, #Action & Adventure

BOOK: Gai-Jin
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Quando riuscì a sporgersi di nuovo vide che la bara si era spostata verso prua, piatta sull'acqua. Spinta dal vento e dalla corrente si dispose parallela alle onde, cominciò a rotolare su se stessa, poi si raddrizzò, restò immobile per qualche istante e infine fu travolta da un'onda che la capovolse e la fece affondare. Ma il sollievo di Jamie per lo scampato pericolo durò poco: presto la bara riaffiorò e fu sollevata da un alto maroso che la scaraventò verso la lancia mandandola a cozzare con il lato più lungo contro lo scafo. Jamie, che aveva istintivamente incassato la testa nelle spalle temendo che la bara venisse scagliata a bordo, al rumore sinistro dell'urto rabbrividì.

Hoag alzò lo sguardo per una frazione di secondo. Il cuore che gli pulsava nelle tempie soverchiando il fragore del motore gli impediva di vedere, perciò ricadde nell'oblio del mal di mare.

Anche Angélique alzò gli occhi ma Jamie la tenne stretta accarezzandole i capelli per allontanare la paura. “E' solo un relitto, non c'è niente di cui preoccuparsi...”

Jamie teneva gli occhi fissi sulla bara, a pochi metri, che procedeva parallela allo scafo della Cloudette, spettrale e pericolosa come un siluro, entrambe le bandiere ancora intatte. Si avvicinò un alto maroso spumeggiante, la sommerse e quando passò anche la bara era sparita.

Lui aspettò trattenendo il respiro senza smettere di scrutare il mare.

Niente. Aspettò ancora.

Ancora niente.

Il temporale era diminuito leggermente e il vento non urlava più intorno alla cabina. Le onde erano ancora alte ma Tinker stava facendo un buon lavoro usando tutta la sua abilità di esperto marinaio per allontanare la minaccia. Di tanto in tanto, quando l'elica emergeva dall'acqua, il motore gridava.

“Dai bella” la incoraggiò Jamie, “continua così, avanti.” Poi i suoi occhi misero a fuoco la bara. Era a circa cinquanta metri a prua e sembrava puntare direttamente contro di loro.

Abbassandosi e alzandosi con il moto delle onde li anticipava come fosse legata alla Cloudette da un'invisibile gomena. Jamie fu preso da un pensiero sgradevole e terrificante: contò sei onde e non vi fu nessun cambiamento; poi comparve la settima.

La settima ondata, molto più grande delle altre, afferrò la bara, la trasformò in un missile e la scagliò contro la lancia. Jamie capì che avrebbe colpito in pieno lo scafo nella murata di dritta provocando un danno tremendo e trattenne il respiro.

Tinker, che l'aveva vista arrivare, virò bruscamente. La poppa della lancia si immerse e l'acqua inondò il ponte, ma anziché colpirli, la bara scagliata con violenza dall'onda si impigliò tra le gomene del bompresso restandosene lì, mezzo dentro e mezzo fuori dall'acqua, tirando l'imbarcazione in senso contrario a quello che cercava di imporle il timone.

Il nostromo lottava con tutte le sue forze ma le onde e il vento si erano impossessati della bara e impedivano qualsiasi manovra. Nel giro di pochi minuti sarebbero affondati.

Il portavoce fischiò e lui rispose a fatica: “Si, Percy...” ma venne travolto dalle imprecazioni del fuochista che gli chiedeva che cosa diavolo stessero combinando lassù. Rimise il tubo sul sostegno e raddoppiò gli sforzi al timone mentre la prua veniva inesorabilmente spinta verso il disastro.

Poi vide che la porta della cabina si apriva. Jamie arrancò sul ponte tenendosi aggrappato per non cadere fuoribordo. Immediatamente il nostromo si sporse dal più vicino oblò sbracciandosi e gridando: “L'ascia, l'ascia...”.

Jamie lo sentì come in sogno e scorse l'ascia antincendio sul tetto della cabina, nei sostegni rossi. Il ponte si alzava a scatti, come se la barca stessa sapesse d'essere attraversata dagli ultimi spasimi dell'agonia.

Scivolò e ritrovatosi contro il parapetto si rese conto di avere già l'ascia in mano e che per il momento era salvo. Un'ondata lo investì da prua e quasi lo inghiottì.

Terrorizzato, infreddolito, in preda a una nauseante premonizione vomitò e giacque contro gli ombrinali, le dita strette intorno al sostegno mentre altre onde lo sommergevano. Quando riuscì a respirare di nuovo tossì e sputò acqua salmastra.

Tutto ciò lo spronò all'azione. Vide che la bara era impigliata nell'intrico di gomene e montanti e sembrava spingersi sempre più verso il ponte. Malgrado il vento, la pioggia e le onde guardò verso il nostromo e capì che gli faceva cenno di liberare la bara: ”... Per l'amor di Dio, attenzione...”.

Non basterà quest'ascia a liberarcene, pensò disperato McFay scuotendo un montante mentre un'onda violenta lo colpiva su un fianco spingendolo contro la bara e facendolo poi ricadere mezzo annegato contro il parapetto.

Quando l'onda si ritirò fu sbalordito di ritrovarsi ancora a bordo. Non perdere tempo, si disse, la prossima o l'altra ancora ti porterà via e annegherai.

Lasciò quell'appiglio relativamente sicuro e ritornò verso la bara.

L'afferrò odiando se stesso per essersi lasciato coinvolgere in quella follia che metteva inutilmente a repentaglio la vita di Angélique e degli altri, ma soprattutto detestando la paura che provava. Un'onda cercò di strapparlo via ma lui resistette e con tutte le sue forze colpì con l'ascia le gomene.

Perse l'equilibrio, si aggrappò al tetto della cabina quando un'altra onda cercò di strapparlo dall'imbarcazione trascinandolo contro il fianco della bara. Annaspando riemerse dall'acqua e questa volta con l'ascia colpì direttamente la bara; detestava l'essere malvagio che era diventato. La lama recise una delle gomene e senza neppure scalfire la massa inestricabile di montanti di metallo deformati si conficcò nel coperchio avvolto dalla bandiera e lo spaccò.

Ma la bara non si mosse.

Tutte le sue forze non bastavano ad allontanarla; la spinse con i piedi e con le mani rischiando di essere trascinato via dai marosi. Sferrò una serie di colpi violenti, imprecando e usando la testa dell'ascia come un grosso martello.

Il legno si spaccava ma la bara restava li; poi un colpo terribile contro un fianco la aprì in due, Jamie scivolò e cadde. L'ascia gli sfuggì dalle mani e finì in mare e l'ondata successiva lo buttò contro la bara per allontanarlo subito dopo.

Quando anche l'ultima goccia di spuma fu scomparsa e Jamie fu di nuovo in grado di respirare si costrinse ad aprire gli occhi. Niente era cambiato. La bara era ancora al suo posto.

Tentò di nuovo di lanciarsi in avanti per spingerla ma ormai aveva perduto tutte le forze e riusciva a stento a non cadere fuoribordo.

Poi vide una gomena cedere e l'intrico di cavi e cime tendersi e allentarsi un pò, poi di più, e infine la bara cominciò a scivolare e a contatto dell'acqua il legno cedette. Per un attimo restò verticale, poi affondò in un vortice di schiuma.

Un pezzo di stoffa, la bandiera della Struan, riemerse. Il maroso successivo ripulì completamente il mare e coprendo il ponte sollevò Jamie, lo trascinò contro il boccaporto di prua e lo risucchiò verso poppa mentre Tinker lottava per tenere l'imbarcazione sotto controllo.

Incredulo d'essere vivo Jamie si ritrovò ansimante a poppa.

Allo stremo delle forze riuscì ad aggrapparsi alla porta e si lasciò cadere dentro la cabina.

Sempre in un angolo, Skye vomitava in stato di semincoscienza, Hoag giaceva invece completamente svenuto. Angélique era rannicchiata sulla panca dove lui l'aveva lasciata e singhiozzava a occhi chiusi.

Tremando le strisciò accanto, ansante, ignaro di tutto eccetto del fatto che era ancora vivo e che erano salvi.

Dopo qualche momento aprì gli occhi, vide la costa a circa un miglio e si accorse che la pioggia era diminuita e che il mare era meno mosso. Sempre più di rado le onde coprivano il ponte. In un cassettone sotto il sedile trovò delle coperte e ne avvolse una intorno ad Angélique e una intorno a sé.

“Ho tanto freddo, Jamie, dove siete stato?” singhiozzò lei come una bambina spaurita. “Ho tanto freddo, sono tanto sola e mi sento male ma sono così contenta che l'abbiamo fatto, così contenta, oh Jamie, ho tanto freddo ...”

Quando si avvicinarono alla banchina della Struan, oltre la foschia si intravedevano alcune stelle. Era ancora presto, la notte tardava ad arrivare. Il cielo si era aperto e prometteva una bella giornata per l'indomani. I mercantili e le navi della flotta erano al sicuro all'ancora, tranquilli, con le luci accese; soltanto sul postale ferveva l'attività sotto la luce di una moltitudine di lampade a olio che sembravano mille lucciole.

Con agilità il fuochista saltò reggendo una gomena e attraccò la Cloudette poi aiutò gli altri.

Prima Angélique, poi Skye e Hoag. Jamie scese da solo, ancora avvolto nella coperta, infreddolito ma non in cattive condizioni. Skye e il dottore erano color cenere, avevano ancora lo stomaco rovesciato e si sentivano le gambe molli. Invece Angélique adesso stava molto meglio. Le era passato il mal di testa.

Non aveva vomitato né sofferto il mal di mare. Ancora una volta piangere l'aveva aiutata. L'ultima mezz'ora l'aveva trascorsa sul ponte, lontana dall'aria viziata della cabina e aveva raggiunto Jamie sul casseretto di poppa.

Lì il vento salmastro le aveva schiarito le idee. Dietro, sul molo, Hoag tossì e sputò nell'acqua che lambiva i piloni. “Scusate” mormorò sentendo un disperato bisogno di bere qualcosa, poi notò le condizioni della prora, il legno ammaccato e il portello del boccaporto di prua sfondato, il bompresso e le drizze scomparse insieme a gran parte del parapetto. “Che cosa diavolo è accaduto?”

“Un relitto galleggiante è stato spinto a bordo, doveva essere un tronco. Per un momento me la sono vista brutta” disse Jamie.

“Mi sembrava di aver sentito un colpo... io... io penso che passerò dal circolo prima di andare a casa.”

“Vengo con voi” disse Skye che aveva bisogno di più di un bicchiere per rimettere lo stomaco a posto. “Jamie? Angélique?” Lei scosse a capo e Jamie disse: “Andate pure, non c'è altro da fare questa notte, non dimenticate il nostro accordo”. Avevano stabilito, se interrogati, di dire soltanto che avevano celebrato un simbolico funerale in mare, niente di più.

Fortunatamente nessuno degli altri aveva visto la bara tornare a bordo né la terribile lotta che ne era seguita, nessuno eccetto Tinker.

Non appena era stato in condizioni di farlo Jamie era salito nella timoniera. “Nostromo, quanto alla bara gli altri sotto non hanno visto niente, perciò giurate che non avete visto niente nemmeno voi e che non direte niente. E' il nostro segreto.”

“Come volete, signore.” Tinker gli tese la fiaschetta e si portò la mano alla fronte in un saluto: “Grazie. Se non fosse stato per voi saremmo andati tutti giù, tutti quanti insieme a lui”.

Ne era rimasto soltanto un sorso tuttavia a Jamie servì. “Non credevo che ce l'avrei mai fatta.

Dimentichiamo tutto. E' un giuramento, d'accordo?”

“Come volete voi, signore, ma prima di dimenticare, quando la cassa è affondata e si è rotta lui è venuto fuori e mi ha fatto drizzare i capelli sulla testa, per Dio. Ho creduto che volesse tornare a bordo.”

“Santo Cielo” aveva esclamato Jamie. “Ve lo siete immaginato, io non ho visto niente... l'avete immaginato.”

“Oh no, signore, i miei occhi vedevano più in alto dei vostri, giusto?

E ho visto la canaglia, vi chiedo scusa, l'ho visto uscire dalla cassa e lottare per tornare in superficie prima di essere trascinato sotto.”

“Ve lo state immaginando, per Dio. Che cosa orribile da dire!”

“E' la verità, signore, e che Dio mi aiuti! Perché è stato solo per un momento, ovviamente, e c'era la spuma delle onde tutt'intorno ma l'ho visto come vedo voi!”

Tinker aveva sputato sottovento, toccato legno e fatto con una mano lo scongiuro contro il malocchio e il demonio e si era tirato il lobo di un orecchio per sottolineare le sue parole.

“La verità, che Dio mi aiuti, signore, e che caschi fulminato qui se mento, ho fatto un salto. Ha cercato di ritornare in superficie, ha cercato, prima che Davy Jones lo risucchiasse giù, nudo come un infante.”

“Un mucchio di stupide scemenze! Stupidaggini!” aveva ripetuto Jamie con un brivido, toccando legno. Non si poteva mai dire con quelle storie! “L'avete immaginato, nostromo, anche se giuro che quella dannata bara sembrava avere vita propria e intenzioni malvagie.”

“Proprio quello che volevo dire, era posseduta dal Vecchio Nick in persona.”

Tinker sputò ancora una volta sottovento, sudando. “Voleva tornare in superficie, voleva, era strano, aveva gli occhi aperti e tutto quanto e ho pensato che volesse venire a prenderci.”

“Per l'amor del cielo smettetela! Malcolm non avrebbe mai voluto farci del male” aveva insistito a disagio.

“E' stato uno scherzo della vostra mente.”

“Ma i miei occhi, signore, vedevano più...”

“Lasciate perdere i vostri occhi. Non avete ancora un pò di rum?” Tinker tossì e allungando una mano in un ripostiglio nascosto ne estrasse un'altra fiasca. Era mezza vuota, Jamie ne bevve un lungo sorso, tossì e ne bevve ancora.

“Ci saranno dieci casse di rum nel magazzino per voi, Tinker, con tutti i miei ringraziamenti. Avete fatto un buon lavoro, e anche il fuochista: per lui ci sono quattro casse.”

Tinker lo ringraziò con entusiasmo. Il calore del rum nello stomaco aveva scacciato i brividi. Jamie guardò il vecchio volto segnato dalle intemperie e gli astuti occhi azzurri.

“Non ho mai avuto una paura così fottuta, mai in tutta la mia vita.

Ho pensato di essere spacciato almeno tre o quattro volte.”

“Io no, signore” rispose il nostromo con una smorfia. “Non con voi a bordo, ma sono stato ben contento quando la canaglia e la sua scatola sono ritornate in mare e sono state risucchiate giù mentre lui ci malediceva...” Benché fosse ormai a riva e al sicuro, Jamie rabbrividì di nuovo ripensando a quella conversazione.

Angélique disse: “Dovreste togliervi quegli indumenti bagnati”.

“Be', io vado” disse Hoag.

Angélique gli mise le braccia intorno al collo e lo baciò sulla guancia sforzandosi di non sentire l'odore del vomito. “Vi ringrazio davvero, ci vediamo domani.” Baciò anche Skye. I due uomini si allontanarono con passo incerto. “Se la caveranno?”

“Con qualche whisky e una buona notte di sonno torneranno come nuovi” rispose Jamie.

“Adesso non sono in grado di discutere, vero?”

“No. Di che cosa volete discutere?” Gli infilò un braccio sotto il suo e si strinse a lui. “Volevo solo prendere una decisione per domani.”

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