Gai-Jin (198 page)

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Authors: James Clavell

Tags: #Fiction, #Action & Adventure

BOOK: Gai-Jin
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Capitolo 54


 

Sabato, 3 gennaio

 

“Signore di sotto, signora tai-tai.”

“Il signor Gornt?”

In piedi sulla porta del boudoir di Angélique, Ah Soh si strinse nelle spalle.

“Signore kwai-loh.”

Sollevò la mano per suggerire che l'ospite era alto di statura e se ne andò sbattendo come al solito la porta.

Angélique si guardò di sfuggita allo specchio.

L'emozione trattenuta rendeva superfluo qualsiasi belletto.

Un attimo per chiudere il lucchetto e riporre il diario, un'ultima occhiata allo specchio, vestito di seta nera con molte sottogonne, capelli raccolti ordinatamente in un foulard di chiffon nero e al dito la fede nuziale col sigillo, e uscì di corsa.

Scese le scale senza badare ai domestici intenti alle faccende mattutine e si precipitò nell'ufficio del tai-pan.

Accanto alla finestra Gornt guardava la baia.

Chen aspettava con un'espressione scura.

“Buongiorno, Edward.” Lui si voltò e le sorrise.

“'Giorno, signora.”

“Posso farvi portare un caffè o dello champagne?”

“No, grazie, ho appena fatto colazione. Volevo raccontarvi brevemente di Hong Kong e degli acquisti che mi avete commissionato, spero di non disturbarvi.”

“Grazie. Chen, aspetta fuori, heya.”

Non appena furono soli, Angélique disse sottovoce:

“Questa adesso è la stanza di Albert, finché lui è con Vargas nell'ufficio contabilità possiamo fermarci, ma dubito che avremo molto tempo a disposizione. Qui alla Struan è sempre difficile trovare un posto per parlare in privato. Sediamoci, Edward”.

Indicò il tavolo davanti alla finestra. Le tende erano aperte.

“I passanti ci possono vedere, ma questo va bene, voi eravate amico di Malcolm. Vi prego, raccontatemi subito che cosa è successo.”

“Posso prima complimentarmi per il vostro magnifico aspetto?”

“Anche voi avete un aspetto magnifico.” L'ansia di Angélique adesso era palese. “Ma raccontate, ve ne prego.”

“E andato tutto molto bene, mi sembra” cominciò lui parlando a sua volta sottovoce, “ma non ne sono completamente sicuro, Angélique, Tess sarebbe un'ottima giocatrice di poker. Come eravamo d'accordo, durante il nostro primo incontro ho accennato alle informazioni sulla Brock in mio possesso ripetendo più volte e in modi diversi che eravate stata voi a mandarmi da lei. Anche se...”

“Siete stato il primo passeggero della nave a vederla?”

“Sì, ne sono sicuro perchè mi sono fatto portare a terra sulla pilotina prima che la Prancing Cloud attraccasse, con il capitano Strongbow.

Tess ha ascoltato il mio resoconto sui Brock con imperturbabile attenzione, mi ha fatto qualche domanda e poi ha detto: “Per favore, tornate domani mattina poco dopo l'alba con le prove. Passate dall'ingresso posteriore, lo troverete aperto, e badate di non farvi notare, i Brock hanno spie ovunque”. L'indomani...”

“Un momento! Le avete parlato... della morte di Malcolm e del nostro matrimonio?”

“No, ho lasciato quella parte a Strongbow” rispose Gornt. “E' meglio che vi racconti tutto dall'inizio. Dietro mio suggerimento siamo saliti insieme sulla pilotina senza dare nell'occhio, escludendo dal piano Hoag perchè non sa tenere la bocca chiusa.

Strongbow ha accettato volentieri il mio aiuto perchè in parte ero stato un testimone dell'accaduto... all'idea di doverle comunicare la triste notizia il poveretto moriva di paura.

Quando le ha detto che Malcolm era morto Tess è sbiancata in volto. Dopo qualche istante si è ripresa, davvero strabiliante come recupero, e con un tono impassibile gli ha chiesto come fosse successo.

Sconvolto Strongbow ha balbettato: “Ho portato il certificato di morte, signora Struan, gli accertamenti legali e una lettera di sir William.

Il decesso è avvenuto per cause naturali, a bordo della Prancing Cloud.

Lo abbiamo trovato il mattino dopo la prima notte di nozze...”.

“Lei è balzata in piedi e si è messa a gridare: “Avete sposato mio figlio con quella donna?”.

Strongbow è quasi morto dallo spavento e ha raccontato più in fretta che poteva della Pearl, del duello, di come ho salvato Jamie uccidendo Norbert, di come hanno trovato Malcolm, ha detto tutto quello che sapeva, e di quanto voi foste in stato di shock.

Sudava come una fontana, Angélique, e sudavo anch'io, lo devo ammettere: dopo quello strillo Tess è rimasta immobile a fissarci con due occhi di fuoco come quelli della Medusa.

Poi Strongbow le ha consegnato le lettere, su una ho riconosciuto la grafia di sir William, si è scusato balbettando di aver avuto l'ingrato dovere di comunicarglielo e barcollando è uscito.” Gornt si asciugò la fronte con un fazzoletto.

Angélique si sentì svenire, la forza della sua nemica la sgomentava. Se Tess era in grado di far sudare Gornt in quel modo, che cosa avrebbe potuto fare a lei? “E' rimasta lì immobile, poi si è voltata verso di me” proseguì Gornt.

“Non capisco come potesse sembrare tanto... alta. E' dura. Dura un istante e dolce subito dopo, ma sempre senza abbassare la guardia. Ho dovuto ricorrere a tutte le mie forze per non scappare via.

Mi sono guardato in giro come se temessi che qualcuno potesse sentire e le ho detto tutto d'un fiato che mi dispiaceva moltissimo, che Malcolm era un mio grande amico, che anche voi le eravate vicina e che mi avevate mandato da lei perchè possedevo delle informazioni che avrebbero mandato in bancarotta Tyler e Morgan Brock.

Non appena ho pronunciato le parole “in bancarotta Tyler” è sembrata tornare in sé, o perlomeno non aveva più quell'atteggiamento terrificante; si è seduta e dopo una lunga pausa, sempre senza staccarmi gli occhi di dosso, mi ha chiesto: “Quali informazioni?”. Le ho risposto che sarei tornato l'indomani, ma con un tono tagliente come un coltello lei ha ripetuto: “Quali informazioni?”.

Le ho detto in sintesi...

Per favore, Angélique, posso avere qualcosa da bere?

Non champagne, un whisky, un bourbon se lo avete.” Mentre Angélique si avvicinava al buffet e riempiva un bicchiere di bourbon per lui e un bicchiere d'acqua per sé Gornt proseguì: “L'indomani le ho portato la metà delle prove e gliele ho lasciate. Lei...”.

“Un momento, lei si è comportata come il giorno prima?”

“Sì e no. Grazie, alla vostra salute, che Dio vi conceda una vita lunga e felice.” Gornt bevve un lungo sorso e sussultò quando il liquido gli scese in gola. “Grazie. La sua reazione è stata tale da farmi pensare di aver fallito. Quella donna fa davvero paura, non vorrei averla come nemica.”

“Invece io devo subire il suo odio? Mon Dieu, Edward, ditemi la verità.”

“Sì, ma in questo momento non ha nessuna importanza, lasciatemi proseguire. Io...”

“Le avete dato la mia lettera?”

“Oh, si, scusate, mi sono dimenticato di dirvelo, gliel'ho consegnata il primo giorno, prima di lasciarla, ripetendole come avevamo concordato che era stata un'idea vostra perchè per parte mia, visto che mi ero messo d'accordo con Malcolm e che lui era morto, avevo pensato di non farne più nulla e stavo quindi partendo per Shanghai ad aspettare l'investitura di un nuovo tai-pan. E che invece voi, in nome dell'amicizia che mi legava a Malcolm, mi avevate implorato di rivolgermi a lei facendomi cambiare idea. Le ho spiegato che Malcolm stesso mi aveva messo al corrente della faccenda senza però accennare ai dettagli, e che voi avete interpretato il suo desiderio esortandomi a passare le informazioni quanto prima a sua madre.

Le ho detto che dapprima ero riluttante, ma che a causa della vostra insistenza mi sono lasciato convincere e che quindi era grazie a voi che mi trovavo li. Poi le ho consegnato la vostra lettera.”

“L'ha letta davanti a voi?”

“No. Questo accadeva il primo giorno. Quando l'indomani sono andato a trovarla all'alba e le ho consegnato parte delle informazioni mi ha fatto moltissime domande, tutte assai acute e mi ha chiesto di tornare dopo il tramonto, sempre passando dalla porta secondaria.

Così ho fatto. Lei mi ha subito fatto notare che il dossier era incompleto. Le ho risposto che sì, era così, perchè non avevo ragione di mostrarle tutto prima di essere sicuro che la cosa la interessasse. “Siete davvero interessata come lo era Malcolm a distruggere i Brock?” Mi ha risposto di sì e mi ha chiesto perchè mi accanissi contro di loro e che interesse vi avessi.

“Le ho raccontato senza mezzi termini la storia di Morgan, tutta la verità, e le ho spiegato che volevo vendicarmi di lui ma che se fosse crollato anche il padre tanto meglio. Né io né lei abbiamo accennato al fatto che lei sarebbe mia zia, né lo ha fatto lei, e neppure ha mai accennato alla vostra lettera. Mai. Si è limitata a farmi delle domande. Dopo la rivelazione su Morgan mi aspettavo qualche commento, per esempio che dicesse d'essere dispiaciuta, o che non la stupiva, in fin dei conti è suo fratello, invece niente, neanche una parola. Quando mi ha chiesto i particolari del mio accordo con Malcolm le ho dato il contratto.

“ Svuotò il bicchiere. “Il vostro contratto.”

“Il vostro contratto” precisò Angélique subito.

“Chissà come la odiate, Edward.”

“Vi sbagliate, non la odio, capisco benissimo lo stato d'animo in cui si trova.

Nonostante si sforzasse di dimostrarsi al di sopra di tutto era distrutta per la morte di Malcolm. Ne sono sicuro. Malcolm rappresentava il futuro della Nobil Casa e adesso Tess ha il buio davanti a sé. L'unica sua speranza sono io, con questo progetto al limite della legalità, anche per Hong Kong, dove com'è noto le regole sono molto elastiche.

Posso?” chiese sollevando il bicchiere.

“Certo” rispose Angélique. Si chiedeva fino a che punto lui fosse veramente sincero.

“Tess ha letto attentamente il contratto, poi si è alzata, si è avvicinata alla finestra e ha abbassato lo sguardo sul porto di Hong Kong. Mi sembrava fragile e allo stesso tempo dura come l'acciaio. “Quando mi consegnerete l'altra parte delle prove?” ha chiesto. Le ho risposto che gliele avrei date subito se avesse confermato l'accordo.

“Accetto” ha detto, si è seduta, ha firmato, ha apposto il sigillo chiamando la segretaria a testimone, e l'ha congedata dicendole di chiudere l'ufficio.

Poi...”

“Ha commentato la mia firma come testimone?”

“No, ma come avevate previsto l'ha notata subito. Proseguo: sono rimasto con lei per quasi quattro ore per aiutarla a raccapezzarsi in quella marea di documenti e di copie di documenti, benché si orientasse piuttosto bene anche da sola. Poi li ha raccolti in una pila ordinata e mi ha chiesto dell'incidente della Tokaidò, di Malcolm e di voi, di McFay, Tyrer, sir William, Norbert, di quello che Morgan e Tyler mi avevano detto a Shanghai, del mio giudizio su di voi e su Malcolm, se era stato lui a dare la caccia a voi o viceversa.

Non faceva commenti, soltanto domande e schivava le mie mostrando una mente affilata come una spada da samurai. Ma lo giuro su Dio, Angélique, ogni volta che nominavo Morgan o il vecchio Brock, ogni volta che, indicavo un nuovo sotterfugio che quelle carte rendevano credibile, un ennesimo uncino da conficcare nel loro impero, Tess quasi sbavava.” Angélique rabbrividì. “Credete... credete che ci sia qualche possibilità che Tess voglia fare la pace con me?“

“Penso di sì, ma lasciatemi andare con ordine. Mi ha chiesto nuovamente se consideravo sufficiente la ricompensa indicata dal contratto firmato da Malcolm. Le ho risposto di sì. Lei ha detto: “Domani lo sostituirò con un documento legalmente più valido, timbrato e firmato come questo. Adesso, signor Gornt, affrontiamo l'ultimo argomento del nostro incontro. Quanto devo dare a questa donna?”.

Angélique, le ho risposto che non mi avevate chiesto niente, che volevate soltanto sottoporle il progetto accarezzato da vostro marito e che per voi sarebbe stata una ricompensa sufficiente se queste informazioni, che peraltro non conoscevate nei dettagli, si fossero dimostrate utili.”

“Avete davvero usato la parola “marito”? E l'ha lasciata passare?”

“Sì, ma ha subito precisato: “Sono stata informata che quel 'matrimonio', qualsiasi cosa sostengano la ragazza e sir William, non è valido”.” Angélique si stava già indignando, ma Gornt la fermò: “Aspettate, cara, siate paziente, vi sto soltanto riferendo le sue parole. Siate paziente, verrà il momento di fare una contromossa. Alla fine dell'incontro mi ha chiesto di tornare la sera seguente. Per continuare a giocare a carte scoperte le ho detto di aver visto i Brock, di aver raccontato loro la storia di Yokohama e in particolare del duello e di aver consegnato una copia dell'inchiesta sulla morte di Norbert.

Che il vecchio Tyler si era infuriato come un mastino, ma che Morgan lo aveva calmato dicendo che la morte di Jamie colpito alla schiena li avrebbe danneggiati molto di più della perdita di un dirigente facilmente sostituibile”.

Con il cuore in gola Angélique osservò Gornt intento a mettere ordine nei pensieri. Erano ancora tantissime le domande che non avevano trovato risposta. “Userà quelle informazioni?”

“Le prove che ho raccolto?

Oh, sì, e molto in fretta. Io avrò la vendetta che cerco e a voi sarà data una sistemazione.”

“Perché ne siete tanto sicuro?”

“Ne sono sicuro, signora, non temete. Ho passato anni a mordermi la lingua e a fare salamelecchi, ma presto... vedrete! Quando le raccontavo del mio incontro con i Brock continuava a interrompermi per sapere come avesse reagito Tyler alla notizia del matrimonio e della morte di suo figlio, eccetera, sempre senza mai chiamarlo “padre”. Le ho riferito che si erano entrambi sbellicati dalle risate quando avevano sentito del vostro matrimonio sulla nave celebrato contro la sua volontà, e che il vecchio Brock aveva detto: “Quella strega è stata punita per aver contrastato il mio!”.

Le ho anche raccontato senza mezzi termini che tutti e due si erano rallegrati della morte di Malcolm e che Morgan aveva detto: “Adesso che non hanno più un tai-pan il primo di febbraio Tess sarà scacciata dal Jockey Club e derisa da tutta Hong Kong” e che Tyler aveva aggiunto: “E io diventerò il tai-pan, Dirk sarà disonorato e il suo nome e quello della Nobil Casa saranno dimenticati per sempre!”.”

“Le avete detto questo?” chiese Angélique frastornata.

“Sì, signora, perchè Tyler si è espresso proprio in quei termini. Ho voluto ripetere con esattezza le sue parole precisamente per mandare Tess su tutte le furie e infatti si è messa a tremare così forte che gli occhi quasi le schizzavano dalle orbite e ho temuto che si trasformasse di nuovo nella Medusa. Ma questa volta la sua furia demoniaca è riuscita a tenersela dentro, a imbrigliarla... Una donna non dovrebbe essere così piena di rabbia, ma dopo aver conosciuto Tyler e Morgan è facile capire da dove le derivi.

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