Gai-Jin (168 page)

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Authors: James Clavell

Tags: #Fiction, #Action & Adventure

BOOK: Gai-Jin
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Adesso non ho più paura, non dispero più, non capisco perchè ma è così, grazie a Malcolm e a Hoag e a quel maleodorante avvocatucolo con l'alito cattivo e ad André. André è sempre saggio, è e rimarrà il mio confidente, finché pago. Sì, è un ricattatore ma non importa. Per aiutare se stesso deve proteggere me e poi, be'... c'è un Dio in cielo e i mulini di Dio macinano lentamente ma macinano molto fine.

Posso affrontare la vita ora, credo, se mi muoverò con attenzione.

Madonnina, tanto tempo fa abbiamo concordato che dovevo aiutare me stessa senza dipendere da uno o più uomini, come le mie povere sorelle.

So di essere una peccatrice.

Malcolm era l'unico uomo che volessi davvero, che amassi davvero e del quale volessi essere la sposa, lo ho amato quanto può amare una sciocca adolescente. Il primo amore è vero amore? Oppure l'amore è un'emozione adulta? Adesso sono adulta. Il mio amore per Malcolm era adulto?

Penso di sì, lo spero.

Ma il mio amato è morto. Lo accetto. E ora?

Tess? Hong Kong? André? Gornt? Casa? Tess?

Una cosa alla volta.

Prima il mio amato deve riposare. Come si deve.

Guardò la cassaforte, lo sportello accostato ma non chiuso. Si alzò e lo riaprì, vi infilò un braccio e con la mano toccò un punto minuscolo e nascosto. Parte della parete sinistra si aprì e nella cavità trovò alcuni documenti, un altro sigillo personale, un'altra borsa contenente monete e banconote.

Una bottiglia della sua medicina. Una scatoletta.

Una settimana prima Malcolm le aveva mostrato la cavità segreta con un sorriso. “Non c'è niente di importante perchè tutte le cose che contano sono a Hong Kong presso mia madre, i documenti sulla nomina a tai-pan, una copia del testamento di mio padre, quello di mia madre e così via, il sigillo del tai-pan. Questo è...” si strinse nelle spalle con gli occhi lucenti “per le piccole spese e i regali segreti che ti voglio fare, se sarai brava e mi amerai perdutamente...”

Aprì la scatoletta: conteneva un anello d'oro con dei rubini incastonati.

Non un gioiello di gran pregio ma piuttosto bello. I documenti trattavano questioni d'affari che lei non poteva capire, elenchi di cifre.

E nessun testamento.

Dannazione, pensò senza nessuna rabbia. Il futuro sarebbe stato più semplice. André l'ha detto chiaramente.

Quella mattina Vargas l'aveva mandato a chiamare seguendo alla lettera l'elenco di persone da ricevere che gli aveva dato Angélique, scelte fra tutte quelle che si erano presentate a portare le loro condoglianze e a lasciare i loro biglietti da visita.

“Monsieur Vargas, prima il mio sarto, devo avere degli abiti da lutto al più presto, e dopo di lui monsieur André, poi il signor Skye. Non è il caso di disturbare il signor McFay fino a quando non lo manderò a chiamare. Per tutti gli altri sto riposando e...” aggiunse con cautela, “trattate questa faccenda, per cortesia, con tutta la discrezione di cui secondo mio marito siete capace.

Riceverò tutti nell'ufficio del tai-pan.” Aveva notato un bagliore negli occhi di Vargas alla parola tai-pan ma siccome l'uomo non disse niente non ci fu alcun bisogno di mostrare fermezza. La scelta dell'ufficio era stata fatta con cura e quando il vecchio sarto arrivò accompagnato da Vargas, lei disse: “Chiedetegli per favore quanto tempo ci vuole per confezionare un abito nero da lutto come questo”.

L'abito che indossava, a maniche lunghe e con il collo abbottonato fino in alto, era blu scuro.

“Tre giorni dice. Lutto, senhora? Il colore del lutto in Cina è il bianco.”

“Io lo voglio nero. E di seta. E per domani.”

“Tre giorni.”

“E se prende l'altro abito che mi ha fatto, quello azzurrino e lo tinge di nero quanto tempo ci vuole?”

“Due giorni, dice.”

“Ditegli che la vedova del tai-pan della Nobil Casa necessita di un abito nero entro domani. Domani mattina.” Con un sospiro e un inchino il vecchio cinese se ne era andato. Poi Vargas aveva annunciato André Poncin.

“Salve, André.

“Salve. Non vi ho mai vista più bella.” Era una dichiarazione, non un complimento. “Ho bisogno di un consiglio, in fretta e in privato. Dobbiamo fare molto in fretta e comportarci con molta saggezza. Il mio matrimonio è legale, vero?”

“Riteniamo di sì, sì secondo le leggi navali britanniche, non siamo invece sicuri della legge francese. Sono entrambi ambiti molto vaghi.”

“Spiegatevi meglio.”

“Argomenti soggetti a interpretazione. Qualora si verificasse una disputa tra legali francesi e britannici, avrebbe la meglio la legge inglese. Il fatto che fosse un minorenne, entrambi lo eravate ma in questo caso conta soltanto lui, mi spiace, e l'aperta disobbedienza alla volontà scritta del suo tutore legale significa che la validità della cerimonia potrà essere messa in discussione.”

“Dove? Qui? Da chi?”

“Da Tess Struan. Da chi altro?” ribatté lui in tono di derisione.

“La morte di Malcolm non significa nulla per voi, non è vero?”

“Al contrario. Ha complicato la mia vita immensamente, madame” disse usando quel titolo per la prima volta. “Rappresenta una seria complicazione per tutti e due.” Angélique aveva deciso di prendere posto dietro la scrivania di Malcolm, nel suo ufficio, perchè il futuro era in pericolo e doveva poter contare su tutta l'astuzia di quell'uomo. Nel suo appartamento sarebbe stata meno sicura anche se in situazioni normali era nel boudoir che si sentiva più a suo agio.

E' per questo che gli uomini hanno gli uffici e le donne sono limitate alla femminilità di una stanza che è quasi una camera da letto? “Come facciamo a rendere meno complicata la situazione, André?”

“La prima complicazione è già stata risolta da voi.

Quando, in preda alla disperazione, lei si era precipitata a cercare rifugio alla Legazione francese, André l'aveva intercettata e, dopo averla trascinata nel suo ufficio e richiuso la porta, aveva imprecato con violenza, scrollandola con ira: “Stupida, siete impazzita?

Tornate a casa sua e statevene li senza muovervi, non potete venire a nascondervi qui altrimenti vi rovinerete! Tornate nel suo palazzo, sciocca, ne parleremo in un altro momento e per l'amor del cielo non firmate niente, non date il vostro consenso a niente, svelta, andate!”.

“Avevate ragione, André” gli disse ora senza risentimento per la cattiveria e la violenza con cui l'aveva trattata, capendone perfettamente i motivi.

“Grazie per avermelo detto in quel modo, così il messaggio mi è arrivato attraverso il dolore. E quella era la prima complicazione.

La successiva?” Le rughe sulla fronte di André divennero più profonde. Quella donna era una Angélique nuova, inaspettata, sconosciuta. Aveva assistito nella sua vita già due volte a una simile trasformazione, ma in due uomini, mai in donne. In entrambi i casi si era trattato di spie nemiche rilasciate dopo le più tremende torture. I dottori non avevano altra spiegazione se non che quegli uomini non avessero più paura né delle torture né della morte.

Erano stati portati oltre il limite del baratro ed erano sopravvissuti, e ora erano convinti al di là di ogni dubbio che sarebbero sopravvissuti ancora a qualsiasi cosa oppure che sarebbero morti e che la cosa non aveva nessuna importanza. Secondo i medici nemmeno la morte aveva più significato per loro e non l'avrebbe più avuto fino al giorno, settimane o mesi o anni dopo, in cui il terrore avrebbe rialzato la sua vile testa come era inevitabile che accadesse.

La povera Angélique sedeva lì così sicura di sé, così grandiosa. Sarebbe venuto anche per lei il giorno in cui il terrore sarebbe riemerso, lacerandola.

Lo sconfiggerai o finirai in un manicomio?

Personalmente avrebbe scommesso che tante calamità si sarebbero rivelate eccessive per una ragazza tanto giovane: il colpo di testa del padre, la perdita della dote, lo stupro e la gravidanza, l'uccisione dello stupratore e adesso questa morte spaventosa che ormai anche lui, come tutti nell'Insediamento, conosceva nei più infimi dettagli. Lui e Seratard avevano pensato che Angélique sarebbe uscita di senno rimanendo scossa per almeno qualche mese, e ancora si aspettavano che accadesse non potendo credere a Hoag nemmeno dopo averlo interrogato.

Se Hoag può fare un simile miracolo, pensò furente, perchè la medicina non può guarire questo stramaledetto male inglese? Non è giusto.

“Non c'è giustizia a questo mondo, vero?”

“No” rispose lei. “Nessuna giustizia.”

“Ha lasciato un testamento nel quale vi nomina sua erede?”

“Non lo so. Malcolm non me ne ha mai parlato.”

“Angélique, in futuro riferitevi a lui soltanto come a vostro marito e a voi stessa come la sua vedova.”

“Perché?”

“Per stabilire, per aiutare a stabilire le vostre pretese alla sua proprietà.” La vide annuire tra sé sbigottito dal grande controllo che dimostrava. E' un segno divino che sembri così tranquilla?

“Le cose cambiano se non c'è un testamento?”

“Stiamo cercando di scoprirlo. Sarebbe preferibile se ve ne fosse uno nel quale vi si nomina crede.

Decisamente meglio. Inoltre dovete tornare con... con le sue spoglie mortali a Hong Kong. Preparatevi all'ostilità di sua madre e in pubblico cercate di farvela amica. Dovreste prender parte al funerale, vestita come si deve, naturalmente.” Poi aggiunse: “Non è escluso che Henri vi possa dare una lettera per il nostro ambasciatore. L'avete già incontrato, vero?”.

“Sì. Monsieur de Geroire. Che genere di lettera?”

“Se Henri potesse essere convinto a raccomandarvi, potreste essere messa sotto la tutela di Geroire e quindi dello Stato. E mia convinzione che voi siate legalmente la vedova del tai-pan Malcolm Struan. Se Henri ci sostenesse con determinazione potremmo trasformarla in una faccenda di stato.”

“Dunque ho bisogno di una seria protezione?”

“Ne sono sicuro. Henri no, non lo è.” Sospirò. Era arrivata anche lei alla stessa conclusione. Ma perchè un affare di Stato? Questa era un'idea completamente nuova, una possibilità che non aveva preso in considerazione. Un affare di Stato voleva dire la protezione della Francia. Non aveva prezzo... no, non proprio.

“Che cosa potrei fare per convincere Henri?”

“Ci penserò io” rispose lui. “Proverò.”

“Allora vi prego di cominciare subito. Ditemi questa sera che cosa posso fare per voi in cambio. Prima di cena se possibile oppure domani mattina, come preferite.” Non c'era stato bisogno di aggiungere altro. L'indomani sarebbe stato meglio, aveva deciso André ed era uscito dall'ufficio del tai-pan.

Prima dell'arrivo dell'ospite successivo, Paradiso Skye, Angélique si era appoggiata allo schienale della poltrona e sorridendo al soffitto si era chiesta quale sarebbe stato il prezzo di quell'intercessione.

Sotto la tutela dello Stato francese? Le era piaciuta quell'idea perchè sapeva di aver bisogno di tutto l'aiuto possibile per combattere la megera di Hong Kong...

E ora, rannicchiata nell'alta poltrona di Malcolm, nell'appartamento del tai-pan al primo piano, la porta chiusa dall'interno, quell'idea le piacque ancora di più e di nuovo si domandò quale ne sarebbe stato il prezzo. Sicuramente un prezzo molto alto. Le monete d'oro segrete basteranno per cominciare, poi c'è l'anello coi rubini e ho anche un sigillo, il sigillo di Malcolm.

Rimise tutto a posto e chiuse il nascondiglio segreto.

Soddisfatta di come erano andate le cose durante la prima giornata della nuova vita, chiuse gli occhi e dormì senza sognare fino a quando un colpo alla porta non la svegliò. Erano quasi le quattro e mezzo del pomeriggio. “Chi è?”

“Sono Jamie, Angélique.” Un brivido di attesa la attraversò. Sta' calma, si esortò mentre apriva la porta, il ghiaccio su cui cammini è estremamente sottile e sotto l'acqua è letale. “Salve, caro Jamie, entrate prego.” Tornò a sedere nella poltrona del marito facendo cenno a McFay di accomodarsi su quella dove lei aveva trascorso tanto tempo. Quel cambiamento le piacque.

“Sembrate così preoccupato, così triste.”

“Non riesco ancora ad abituarmi all'idea e... a tutti i cambiamenti, Angélique.”

“No, è molto difficile.”

“Anche voi siete cambiata, posso dirvi che vi comportate in modo meraviglioso, con tanta forza e... lo sapete anche voi.”

“Il problema è proprio questo, caro Jamie, non lo so. So soltanto quello che è accaduto e lo accetto, l'ho accettato. Le mie lacrime... credo di aver pianto tutte le lacrime della mia vita. Perciò per il momento niente lacrime. Avete visto sir William?”

“Sì. Skye mi ha incaricato di dirvi che sarebbe tornato verso le sei se vi sembra un'ora conveniente.” Lei si limitò ad annuire con aria assente.

“Skye non vi piace, vero?”

“Non mi piacciono gli avvocati in genere perchè portano sempre guai.

Comunque lui non è una cattiva persona. Penso che con voi si comporterà bene. Comunque se qualcosa vi preoccupasse ditemelo subito.

“Mal... a Malcolm piaceva e dovete avere qualcuno che vi rappresenti.”

“Trovo difficile anch'io pronunciare il suo nome. E “marito” è altrettanto strano. Più duro. Ma non siate imbarazzato.” Jamie annuì e prese le lettere da una tasca. “Sir William dice che queste fanno parte del patrimonio, come il denaro.

Non ha potuto decidere, scriverà col primo giro di posta al viceprocuratore generale di Hong Kong, ma non ha niente in contrario che siate voi a tenerle, se promettete di non distruggerle. In quanto alle sovrane dovreste tenerle voi, gli ho detto che probabilmente non avevate denaro in questo momento, ma chiede per cortesia che gli facciate avere una ricevuta.”

“Come vuole. Ha letto le lettere?”

“No, nessuno le ha lette.” Con esitazione McFay le appoggiò sulla mensola del caminetto. “Ci sono altre due cose, abbiamo preso delle decisioni... volete che ve ne parli adesso, oppure... che torni più tardi?”

“No, va tutto bene.

Quali decisioni, Jamie?” L'uomo tirò un profondo respiro perchè detestava l'idea di dire quello che stava per dire, e tuttavia lo riteneva un suo dovere. “Dopo una consultazione con sir William, Babcott e Hoag abbiamo deciso di spedire il corpo a Hong Kong per la sepoltura domani, tutti abbiamo ritenuto che fosse la soluzione migliore. Verrà fatto il possibile per rendervi il viaggio meno faticoso.

Il dottor Hoag partirà con voi per essere certo che siate in buone mani.” Il sorriso di Jamie era vacuo e il suo volto uno specchio di infelicità. “Non so dirvi quanto mi dispiaccia tutto ciò. Ai bagagli può pensare Ah Soh, se necessario Chen darà una mano nei preparativi per la partenza, la nave salpa domani sera con la marea.

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