Gai-Jin (146 page)

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Authors: James Clavell

Tags: #Fiction, #Action & Adventure

BOOK: Gai-Jin
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Quindi abbiamo appena guadagnato mezzo milione di dollari.”

“Come fate a esserne tanto sicuro?”

“Ne sono sicuro e basta.”

“Firmerete il pagherò cambiario?”

“Lo firmerò. E se mi dite che non lo posso fare perchè non ne ho l'autorità per via di quello che mia madre dice o non dice io me ne infischio e lo firmerò lo stesso.” Malcolm accese un sigaro e riprese: “Se poi il mio pagherò non verrà onorato ciò costituirà il più grande rovescio nella storia della Struan. Io sono il tai-pan, che agli altri piaccia o no, fino a quando rassegnerò le dimissioni o sarò morto, qualsiasi cosa dica mia madre”.

Restarono entrambi a osservare un anello di fumo che si alzava e si dissolveva nell'aria, e infine McFay annuì, lentamente, sentendo i dubbi svanire nell'impatto con quella nuova sicurezza e quell'autorità che non conosceva in Malcolm.

“Sapete quello che fate, non è vero?”

Gli occhi di Malcolm si illuminarono. “Conosco molte cose di cui non avevo idea quando sono arrivato in Giappone. Per esempio, se voi insistete a lasciarci...

Andiamo, Jamie, sono sicuro che dentro di voi la decisione l'avete già presa, perchè non dovrebbe essere così? Siete stato maltrattato, so anche di avere la mia parte di colpe, ma il passato è passato, al vostro posto non mi comporterei diversamente. Avete deciso, non è vero?” McFay deglutì, a disagio. “Sì, me ne andrò, ma non prima che gli affari della Struan in Giappone siano sistemati, e ci vorranno circa sei mesi, se lei non mi licenzia prima. Accidenti, non vorrei andarmene ma devo farlo.” Malcolm rise.

“Anche la vostra è una questione morale.” McFay si unì alla sua risata. “Voi scherzate. E' una pazzia e basta.”

“No, io farei lo stesso. E sono certo che avrete un grande successo; ne sono così sicuro che centomila dollari del mezzo milione che ho appena guadagnato, e l'ho guadagnato io, Jamie, nessun altro, verrà investito nella McFay Trading. Al ...” Stava per dire al quarantanove per cento ma cambiò idea per dare a McFay la possibilità di fare una bella figura. Te lo meriti, amico mio, pensò, non dimenticherò mai che per una lettera ti saresti fatto impiccare per me, sir William ci avrebbe scoperti, sono sicuro anche di questo, ”... al sessanta per cento” disse invece.

“Trentacinque?”

“Quarantanove.”

“Quarantanove, affare fatto!” Risero insieme e poi Malcolm diede voce ai pensieri dell'altro: “Se le azioni raddoppieranno”. Poi si fece più serio e aggiunse: “E se non raddoppieranno queste azioni troveremo un altro sistema”.

McFay lo guardò per un lungo momento, la mente attraversata da interrogativi che non trovavano risposta.

Perché Malcolm era tanto cambiato? C'entrava forse Paradiso? La faccenda della posta? Il duello?

Certo no. Perché vuole incontrare l'ammiraglio? Perché gli piace tanto quel Gornt che è l'uomo più scaltro che io abbia mai incontrato?

E perchè gli ho detto che me ne sarei andato prima ancora di saperlo io stesso, prendendo su due piedi una decisione alla quale penso da mesi: rischiare il tutto per tutto prima di morire.

Vide che Malcolm lo osservava; fisicamente era debole ma tranquillo e forte nello spirito. Gli sorrise, a sua volta felice d'essere vivo. “Sapete, sono sicuro che lo troverete.”

Nella sua stanza riscaldata da un bel fuoco Angélique stava facendo la siesta prima della cena.

Le pesanti tende erano state tirate e trattenevano fuori il vento freddo. Rannicchiata sotto i piumini e le lenzuola di seta si abbandonava al dormiveglia, una mano tra le cosce, come le aveva insegnato Colette in convento, quando, andate a dormire tutte le suore, si infilavano una nel letto dell'altra per accarezzarsi e baciarsi, per ridacchiare e sussurrarsi segreti e sogni e desideri di giovinette.

Giocavano agli amanti, di cui avevano letto nei pamphlet romantici e vietatissimi che le cameriere acquistavano dai venditori ambulanti e contrabbandavano nelle camerate, dove passavano avidamente di mano in mano costituendo un passatempo divertente e innocuo.

Fantasticava su Parigi e il magnifico futuro che l'attendeva, con Malcolm felice accanto a lei, o già al lavoro nell'ufficio contabile della Struan nel quartier generale parigino.

Malcolm alto e ricco, l'incidente un ricordo lontano, la sua disavventura con il samurai dimenticata per sempre.

E un bambino nella sua accogliente stanzetta in fondo al corridoio del loro castello, al sicuro sotto gli occhi della governante e delle cameriere.

E il suo corpo era di nuovo forte e snello dopo un parto molto facile.

Poi ci sarebbero state le visite in compagnia di Colette al setificio che stava avendo uno straordinario successo ed era stato voluto proprio da lei che in Giappone aveva imparato tante cose sulla cura dei bachi da seta.

Aveva appena terminato di scrivere:

 

Oh Colette, questi piccoli vermi sono straordinari, mangiano le foglie di gelso, poi si prendono i bozzoli e si dipana la seta... Non avrei immaginato che potessero interessarmi tanto. E' Vargas che mi tiene segretamente informata e che mi ha fatto incontrare il venditore di seta per avere una dimostrazione, ma devo stare molto attenta perchè quando ho cominciato a parlare di una fabbrica di seta con Malcolm e Jamie si sono messi a ridere tutti e due. Malcolm mi ha detto che ero sciocca, che produrre la seta è una faccenda molto complicata (come se io non lo sapessi) e di non affaticare la mia testolina pensando agli affari. Credo che gli uomini vogliano proprio tenere anche noi nei bozzoli, pronte per essere usate a loro capriccio e basta.

Colette, mandami tutti i libri sulla seta che riesci a trovare...

 

Che bello avere un proprio ufficio contabile, e denaro in abbondanza, pensò.

Avrebbero vissuto a Parigi andando a Londra di tanto in tanto e qualche volta anche a Hong Kong, e poi cene e soirée e sfarzosi balli per il mio bel principe e i suoi amici...

 

Edward Gornt sta diventando davvero un amico, è molto affascinante e attento, un amico vero, non come André. Sono sicura, cara Colette, che la nostra amicizia sarà duratura perchè anche il mio Malcolm sembra apprezzarne la compagnia. Non è strano?

Considerato che Edward lavora per quegli orribili Brock e per Norbert Greyforth, che diventa ogni giorno più velenoso, da quel serpente che è! Questa sera avremo un'altra GRANDE soirée. Ci saranno tutti, André suonerà e io ballerò con Edward leggera come una farfalla...

 

Aveva tralasciato di scrivere che durante il loro ultimo ballo, a una cena

offerta da sir William, lui le aveva tenuto la mano in un modo diverso, pericoloso, esercitando una pressione eloquente, spingendosi fino a solleticarle il palmo con il mignolo nel linguaggio degli amanti: ti voglio, dimmi si o no e quando... non dire no!

Lei aveva spostato la mano con gelida fermezza.

Lui si era limitato a sorridere: Angélique non era arrabbiata ma soltanto impegnata con un altro.

Non era davvero arrabbiata nemmeno con André.

Qualche giorno prima si erano incontrati per caso alla Legazione francese.

“Avete un bell'aspetto, Angélique, sono felice di vedervi. Posso parlarvi in privato?” Angélique aveva acconsentito e quando erano stati soli lui le aveva parlato del prestito. “Mi trovo in gravi difficoltà... per cortesia, potreste restituirmi il denaro che vi ho prestato?”

“Ma io credevo che... che l'altra transazione avesse coperto anche il vostro prestito.” Ripensare allo stratagemma degli orecchini perduti le faceva ancora venire il batticuore.

“Mi dispiace, no, non è bastata. Quei soldi sono serviti per pagare la mama-san e la medicina.” Angélique era arrossita.

“Avevamo stabilito di non parlare mai più di quella storia, mai più, non ricordate?” disse a bassa voce lottando contro la tentazione di coprirlo di insulti per essere venuto meno al solenne giuramento. “Non è mai accaduto, niente è mai accaduto, questo avevamo stabilito... è stato solo un brutto sogno!”

“D'accordo. Ma siete stata voi a menzionare la transazione, Angélique, non ho introdotto io l'argomento, io mi sono limitato a parlare di denaro.

Mi dispiace ma ne ho un bisogno urgente.” Il suo volto si era indurito.

Angélique aveva soffocato cautamente la rabbia maledicendolo tra sé per aver disturbato la sua pace. Era riuscita a convincersi che non era successo niente e nessuno, tranne quest'uomo, avrebbe mai potuto dimostrare il contrario. Era l'assoluta verità. Eccetto che per André Poncin.

Un quanto al denaro, amico caro, ve lo restituirò appena mi sarà possibile. Malcolm, come sapete, non mi dà contante, posso solo firmare le note spese.”

“In questo caso potremmo forse organizzare un'altra 'perdita'.”

“No” aveva risposto lei con voce mielata appoggiandogli una mano sul braccio. “Non è una buona idea.” Benché avesse allontanato tutta quella vicenda dalla sua mente, o perlomeno quasi tutta, quando le capitava di pensarci, soprattutto durante la notte, si rendeva conto di aver commesso un terribile errore.

“Forse posso trovare un altro modo.”

“Ne ho bisogno subito, per mercoledì al più tardi. Mi dispiace.”

“Proverò. Farò del mio meglio.” E infatti si era data da fare. Il giorno prima aveva incontrato Henri Seratard e aveva piagnucolato e implorato un prestito adducendo la scusa di averne bisogno per comperare un regalo a Malcolm e aveva poi firmato un documento con cui dava l'anello di fidanzamento in garanzia.

Saggiamente aveva chiesto una cifra pari al doppio del debito con Poncin. Aveva ripagato André che si era profuso in ringraziamenti.

Non c'era motivo d'essere arrabbiata con lui.

Lui è fidato e in fondo quando ho avuto bisogno del suo denaro me lo ha prestato. Per che cosa mi serviva? L'ho dimenticato, Cá ne fait rien, un debito è stato ripagato.

Con la metà del denaro che le restava era andata da McFay.

“Jamie potreste inviare questi soldi a Parigi alla mia cara zietta da parte mia.

Lei e lo zio versano in difficoltà” gli aveva spiegato, lieta di poterli finalmente aiutare, e ancor più del fatto che, come aveva sperato, McFay si era precipitato a riferire la sua richiesta a Malcolm. Così aveva dovuto spiegargli la situazione nei dettagli.

“Oh, ho preso il denaro in prestito da monsieur Seratard, caro. Non volevo chiederlo a te e non posso mandare agli zii una nota spese. Spero che non ti dispiaccia se ho dato dei gioielli in garanzia.”

Malcolm l'aveva rimproverata assicurandole poi che si sarebbe occupato del debito con Seratard e che Jamie le avrebbe messo a disposizione un fondo spese di cento ghinee di cui poteva disporre a suo piacimento, bastava che specificasse a cosa servivano. Inoltre avrebbe inviato a Parigi il doppio della somma da lei richiesta.

Era tutto facile quando si usava l'intelligenza. Si sentì avvolta da un forte calore ricordando che dopo averlo ringraziato per la sua gentilezza l'aveva baciato con grande trasporto ed era stata ricambiata in modo tale da farle desiderare di spingersi oltre, ben oltre.

Le sue dita la distrassero dal pensiero di Malcolm. Quella sensualità morbida e familiare le piaceva.

Socchiuse gli occhi per tornare con l'immaginazione agli abbracci di Colette ma non vi riuscì.

Come sempre comparve lui, e sembrava reale, e con lui tornavano i dettagli della loro ultima volta, quando lei si era abbandonata a ogni licenziosità, facendo tutto quello che aveva sognato, per salvarsi la vita, certo, senza rendersi conto che avrebbe amato ogni istante di quell'incontro.

Madre Benedetta, sappiamo tutt'e due che l'ho fatto per salvarmi, non è vero forse? Ma è anche vero, ah, che fortuna poterti parlare direttamente, liberamente, senza dover ricorrere alla mediazione di quell'orribile padre Leo, detto tra donne, che in qualche modo bisogna riuscire a liberarsi di lui, del ricordo dell'estasi di quelle due notti prima che mi faccia impazzire.

Raiko era di umore irritabile.

“Furansu-san, spiacente, accetterò questo pagamento parziale ma ti ricordo che il nostro accordo era molto chiaro.”

“Lo so.”

André detestava essere in debito con qualcuno, la sua era quasi una fobia, e detestava in modo particolare dovere dei soldi proprio a lei, non solo perchè le sue scadenze gli procuravano incubi notturni, ma anche perchè lei aveva il totale controllo della sua Hinodeh e se lui non avesse mantenuto gli accordi non avrebbe esitato a metter fine alla loro relazione. E a quel punto non gli sarebbe rimasto che il suicidio.

“Presto potrò darti un grosso pagamento. Come gli orecchini.”

“Ah sì? Eccellente.” Sorrise. “Eccellente.

Io immagino che Hinodeh sia ancora di tuo gradimento, che ti dia ancora piacere, giusto?” Le preoccupazioni lo abbandonarono per un felice istante.

“Lei, lei è tutto quello che sognavo. E di più.”

Raiko gli sorrise in un modo strano. “E poco saggio scoprirsi fino a questo punto, amico mio.” Poncin si strinse nelle spalle alla maniera dei francesi.

“Tu mi hai fatto un favore senza pari. Non potrò mai ringraziarti abbastanza.” Gli occhi della donna si socchiusero tra mille rughe nel volto paffuto e gonfio per l'alcol già bevuto, benché fosse soltanto il crepuscolo. Il trucco era accurato e il kimono lussuoso, la sua casa era calda e accogliente e offriva un piacevole riparo dal freddo della sera. “Ho sentito che la vostra principessa è in buona salute come sempre.”

“Sì.” André pensò per un istante ad Angélique, a quell'aura sensuale che non l'abbandonava mai. “Penso che diventerebbe una buona Signora della Notte.” Raiko reclinò il capo incapace di non prendere sul serio quell'osservazione.

“Mi interesserebbe. Potrei ottenere per lei ottimi prezzi, i prezzi migliori, ci sono molti uomini a Edo che pagherebbero molto per una donna così grossolana. Conosco un mercante di riso, per esempio, un uomo molto ricco e molto vecchio, per niente difficile da soddisfare, che pagherebbe una cifra spropositata per essere il primo a esaminare la sua Porta di Giada; e farla ritornare vergine non rappresenta un problema per noi, cosa ne pensi?” Poncin rise. “Gliene parlerò, magari un giorno...”

“Molto bene. Il prezzo migliore e la massima riservatezza. Questo mercante di riso... Eeeh, pagherebbe eccome! Non mostra altri segni?”

“Segni? Che tipo di segni?”

“Gli effetti della medicina variano a seconda delle donne” spiegò Raiko, “alcune diventano molto più... più appassionate e difficili da soddisfare. In certi casi sono più fertili e in altri invece completamente sterili. Strano, eh?” Poncin non si stava più divertendo. “Questo non me lo avevi detto.”

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